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Imprese & Professioni domenica 02 agosto 2020 ore 13:25

​Prospettive dell’economia in Italia e in Toscana nel 2020

Con la chiusura di molti negozi e di attività produttive sono andati persi anche molti posti di lavoro. Dati, numeri e prospettive per quest'anno



TOSCANA — L’economia italiana non poteva non subire delle conseguenze derivanti dall’emergenza coronavirus. Ci sono molti dati infatti che mettono in luce come molte attività economiche abbiano subito delle conseguenze gravi dal lockdown forzato per contenere il contagio. Con la chiusura di molti negozi e di attività produttive sono andati persi anche molti posti di lavoro. Non a caso, proprio per rilanciare l’economia del nostro Paese, il Governo ha disposto dei provvedimenti, fra i quali per esempio possiamo ricordare il Decreto Rilancio, per dare risorse alle attività economiche che sono state toccate dalla crisi. Il maggior pericolo è stato rappresentato dal calo dei consumi e molti settori hanno attraversato davvero delle difficoltà non di poco conto. La situazione sembra essere generalizzata, perché ha colpito in maniera uniforme le varie regioni italiane.

I dati sull’economia in Toscana

Molto interessanti sono i dati che ci provengono dal rapporto della Banca d’Italia proprio in riferimento alla regione Toscana. Il report ci dice chiaramente che ci sono stati effetti negativi su molti settori. In particolare ne ha risentito il turismo, ne hanno risentito i contratti a termine che non sono stati rinnovati e le aziende hanno attraversato un forte stress finanziario.

È chiaro che molti si sono reinventati altre possibilità e hanno scoperto per esempio alcune potenzialità di altri settori, come quello che riguarda il giocare casino. Tuttavia, sempre secondo i dati del rapporto della Banca d’Italia, è emerso chiaramente che le prospettive non sono buone, neanche in riferimento a quello che si dovrebbe registrare in termini di PIL regionale, visto che da questo punto di vista è previsto un calo di più del 10%.

In Toscana ci sono state difficoltà anche per l’export e ne hanno risentito in particolare il settore della moda e quello dei metalli, che hanno registrato una diminuzione soprattutto riguardo alle esportazioni verso i Paesi asiatici. Per il primo semestre 2020 è prevista una riduzione del fatturato che riguarda un quinto del settore industriale.

Anche il settore edilizio, che pur si era ripreso nel 2019, ha risentito in maniera negativa della pandemia.

Colpito in particolare il settore del turismo

Ma il settore del turismo, di cui abbiamo parlato anche in riferimento alla Toscana, è stato quello tra i più colpiti a livello nazionale. A differenza di altri periodi in cui si è registrata una crisi economica, quest’anno il problema ha coinvolto soprattutto i comparti della ristorazione, dell’accoglienza e dell’intrattenimento.

Quindi in tutta Italia ne hanno risentito soprattutto quelle attività economiche che da sempre si contraddistinguono per una forte interazione sociale.

Rallenta anche il credito al consumo, che è strettamente collegato al mercato del lavoro in crisi. La conseguenza è inevitabilmente rappresentata dal calo dei consumi.

Il nostro Paese sta veramente affrontando un periodo molto difficile, come confermano gli ultimi dati a nostra disposizione. Non a caso infatti anche i titoli azionari e obbligazionari hanno subito un impatto negativo, perché sono stati soggetti ad una caduta inevitabile.

Per fortuna qualche passo in avanti si è fatto grazie alle rinegoziazioni che hanno favorito il mercato dei mutui. Infatti, dopo che lo scorso anno si era registrata una lieve flessione, in questo settore, anche in piena pandemia, si sono registrate nel primo trimestre del 2020 nuove erogazioni di finanziamenti.

È chiaro però che molti settori ne hanno risentito e soprattutto quello delle compravendite, con una forte diminuzione del numero delle imprese attive. Bisognerà vedere adesso, dopo la fine della pandemia, se veramente nel nostro Paese si possano sfruttare tutte quelle potenzialità fino ad ora rimaste inespresse, per risanare l’economia e per far ripartire i consumi. Da questo punto di vista occorre uno sforzo congiunto, che certamente non può non coinvolgere le autorità statali.


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