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Attualità sabato 28 marzo 2020 ore 09:00

Covid, tutto il paese adotta due sorelline sole

Foto di repertorio

La mamma è in ospedale colpita dal coronavirus, la nonna è morta: tutta la comunità protegge le due bambine e si prende cura di loro



MONTEVARCHI — Ora hanno una grande famiglia. Quella della solidarietà dei montevarchini, la stessa che si è organizzata per trovare, produrre e distribuire mascherine alla comunità. E che adesso ha un compito ben più impegnativo e di grande responsabilità. Fare da famiglia allargata a due piccole concittadine rimaste sole in casa per colpa del Coronavirus. Come ha pubblicato il giornale La Nazione, la nonna è deceduta pochi giorni fa all’ospedale di Arezzo, lo stesso dove è ricoverata la mamma delle bambine che si è presa il virus probabilmente durante il suo lavoro di operatrice sanitaria.

Le due sorelle – che in tempi normali vanno alla scuola elementare – forse non sanno nemmeno cosa stia girando intorno a loro, che il sindaco, quella signora bionda che si chiama Silvia Chiassai e che qualche volta avranno visto in tv, è diventata il loro tutore, dato che il babbo non c’è e la mamma resterà ancora ricoverata per qualche giorno. Forse non sanno nemmeno che la nonna se ne è andata, portata via dal virus con la corona, come lo chiamano i bambini.

Loro sono sole in casa, è vero. Ma a proteggerli c’è una rete cucita su misura. Ci sono i parenti, amici, i parrocchiani, operatori, volontari delle associazioni cittadine. Qualcuno ha messo a disposizione un camper sistemato nel giardino di casa, opportunamente ripulito e sanificato. Le due quando si affacciano al balcone vedono che giù c’è sempre qualcuno – gli operatori si sono organizzati in turni – che aspetta di rispondere alle loro domande, di sapere se hanno bisogno di qualcosa, che sa trovare le parole giuste per rincuorarli o far loro compagnia. Seppur a debita distanza.

E poi c’è chi pensa ai pasti, preparati dopo aver sentito cosa vogliono mangiare le bambine e aver fatto la spesa leggendo la lista scritta dalle piccole; qualcun altro penserà a lasciare tutto pronto davanti alla porta di casa. Anche la sera, dopo la buonanotte, giù c’è qualcuno pronto a correre su in caso di necessità.

E poi c’è la tecnologia: un numero di telefono a loro disposizione e soprattutto le videochiamate per vedere e sentire la mamma.

In questa strana avventura entrerà tra poco anche un altro personaggio, un infermiere che sottoporrà le bambine al tampone per verificare se sono stati contagiati dal virus anche loro. È la realtà che entra in casa, in questi giorni strani. In attesa che con la mamma torni anche la normalità.


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