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Politica lunedì 21 dicembre 2015 ore 15:00

Sul voto in Spagna il Pd va in ordine sparso

Secondo Rossi si è trattato di una sconfitta della destra: "Dobbiamo stare lontani dal partito della nazione". Replica Parrini: "Lettura sbagliata"



FIRENZE — Il risultato delle elezioni politiche in Spagna ha avuto l'effetto di esaltare le differenze tra le varie anime del Partito democratico. Anche in Toscana.

Ad aprire le danze è stato il governatore Enrico Rossi, che ormai da tempo ha annunciato di essere pronto a candidarsi alla segreteria nazionale del partito, e che di prima mattina ha affidato a Facebook il suo pensiero. "La lezione della Spagna per il Pd - ha scritto il governatore -: alla larga dalle grandi intese e dal partito della nazione e, invece, guardare di più a sinistra, ai ceti deboli della società. Spagna: la destra perde, il partito socialista tiene, grande risultato della nuova sinistra di Podemos. Io penso che i socialisti devono stare lontani, come dalla peste, da una grande coalizione con la destra e, invece, dialogare con Podemos, che aderisce alla Sinistra unitaria europea".

"Per l'Italia - ha aggiunto Rossi - la riflessione è che il Pd è una grande forza di argine contro la destra liberista e xenofoba e contro la demagogia dei 5 Stelle. Ma il Pd, che da Renzi e dalla sua capacita' di leadership riceve un grande impulso ad allargare il suo consenso, deve stare lontano dall'idea del partito della nazione, cioè di un partito oltre la destra e la sinistra".

A stretto giro ecco la replica del segretario del Pd della Toscana, Dario Parrini. "Diversamente da quanto ha scritto oggi il presidente Enrico Rossi - ha scritto Parrini in una nota -, i socialisti spagnoli non hanno tenuto e il quadro politico iberico non si è spostato a sinistra. La sinistra di governo, rappresentata dal Psoe, ha ottenuto il peggior risultato dalla fine del franchismo. Anche se meno dei popolari, i socialisti hanno perso tanto, troppo, fermandosi alla metà di quanto ottenevano con Gonzalez e Zapatero".

Secondo Parrini i veri vincitori sono stati i partiti nuovi: forze di protesta come Podemos e Ciudadanos che aumentano i loro consensi più l'Europa si dimostra incapace di autoriformarsi. "Per questo - ha aggiunto Parrini - è intatto il bisogno di partiti a vocazione maggioritaria, capaci in pari tempo di presidiare la sinistra e il centro dello spazio politico e di rappresentare tanto chi è più debole quanto chi investe e crea posti di lavoro". E la naturale conseguenza per il Pd, secondo Parrini, è una sola. "Deve essere un Partito 'per' la Nazione - ha concluso il segretario -. Ovvero un partito che considera suo dovere permanente guardare ai grandi problemi collettivi e farsi carico dell'interesse generale del Paese".


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