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Attualità lunedì 29 giugno 2015 ore 18:05

Quattromila firme contro la riforma della sanità

Depositate in Consiglio regionale le sottoscrizioni raccolte da associazioni e comitati per abrogare la riorganizzazione dei servizi sanitari toscani



FIRENZE — Per chiedere di verificare l'ammissibilità del quesito referendario ne sarebbero bastate duemila ma i promotori ne hanno raccolte il doppio. In concomitanza con la consegna delle firme, è stato organizzato anche un presidio davanti alla sede del Consiglio regionale.

"Il collegio di garanzia del Consiglio toscano ha 40 giorni di tempo per controllare se tutto è regolare - ha spiegato Giuseppe Ricci, portavoce del comitati ed ex direttore generale della Asl di Arezzo - Superato questo passaggio, il quesito referendario sarà pubblicato sul Burt e da quella data inizieranno i 3 mesi necessari per raccogliere le 38mila firme che mancano per raggiungere quota 40mila".

"Noi siamo contrari alla centralizzazione delle decisioni prevista dalla riforma sanitaria - ha ribadito Ricci spiegando le motivazioni del referendum -  Quando pochi cervelli decidono tutto c'è sempre il rischio che le cose vadano non a beneficio del singolo cittadino. Siamo poi contrari alle aziende grandi, perchè si rischia che i piccoli presidi ospedalieri siano sottoposti ad una forte contrazione della quantità e della qualità dei servizi".

"Inoltre è la prima volta che, in Toscana, una legge dichiara di avere esuberi in sanità - prosegue il portavoce del comitato - La riforma prevede tagli al personale, 70 milioni all'anno per i prossimi 3 anni, ed ecco trovati i 210 milioni di cui Rossi oggi ha bisogno per ripianare il suo bilancio". 

Il referendum sulla legge di riorganizzazione della sanità è sostenuto anche da alcune forze di opposizione come Sì Toscana a Sinistra, Forza Italia e Movimento 5 Stelle.

"Sostenevamo l'iniziativa in campagna elettorale e lo facciamo oggi - dichiarano in una nota i consiglieri regionali pentastellati - facendoci portavoce, con le altre forze politiche d'opposizione, degli emendamenti all'istituto referendario proposti dal comitato.
Pochi infatti sanno che la Regione Toscana prevede per i referendum un iter burocratico dove i cittadini arrivano a votare sui quesiti proposti due anni dopo la raccolta delle firme proponenti, quando nel frattempo la materia stessa oggetto dell'iniziativa può aver subito cambiamenti significativi. 

"Riteniamo che 60 giorni siano più che sufficienti e che questo referendum abrogativo rappresenti una duplice opportunità - continuano gli esponenti del M5S - Da un lato dimostrare che i cittadini sono contrari alla riforma sanitaria di Rossi, bocciata da tutte le analisi scientifiche dei sistemi organizzativi, e dall'altro consentire per la prima volta in Toscana l'esercizio della democrazia diretta su materia regionale.  A tal proposito, in linea con quanto presente nel nostro programma nazionale, chiederemo al Consiglio Regionale di votare anche l'abolizione del quorum".

Sul referendum sono intervenuti anche i due consiglieri di Si-Toscana a sinistra Tommaso Fatto e Paolo Sarti.

“E’ essenziale che il Collegio di Garanzia, come previsto dalle norme regionali sul Referendum, inizi subito la verifica dei quesiti, dando una risposta di validità entro fine Luglio - dichiarano in una nota Fattori e Sarti - Solo così si potrà rispettare tutti i passaggi per iniziare la raccolta firme vera e propria tra i cittadini e arrivare alla celebrazione del quesito entro il 30 giugno 2016”.

“Ci auguriamo che ci sia la volontà di stare nei tempi per garantire un esercizio di democrazia su un tema fondamentale - aggiungono Fattori e Sarti - L’iter è molto complicato e infatti finora mai si è svolto un referendum regionale. Ci auguriamo che il presidente Rossi e il Pd, che hanno calato dall’alto quella che noi definiamo una vera e proprio controriforma, abbiano il coraggio di un’espressione popolare. Intanto registriamo positivamente la volontà di tutte le opposizioni, trasversalmente, di collaborare in aula e fuori dall’aula per bloccare questo scempio”.


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