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Lavoro mercoledì 26 agosto 2015 ore 15:08

Operai in sciopero "Non si può morire così"

Dopo l'incidente mortale sulla nave Urania, più di 700 addetti dei cantieri Benetti e dell'indotto hanno manifestato per chiedere maggiore sicurezza



LIVORNO — Nell'incidente avvenuto nel bacino galleggianti della Azimut Benetti è morto Gabriele Petrone, 39 anni, mentre altri 11 membri dell'equipaggio sono rimasti feriti, uno in modo molto grave.

Allo sciopero indetto dalle rappresentanze sindacali unitarie della Benetti hanno aderito centinaia di persone.

"E' inaccettabile andare via da casa e non tornarci perchè sei morto sul lavoro - ha dichiarato Maurizio Strazzullo della Cgil Livorno - confidiamo che la magistratura accerti il prima possibile le responsabilità, anche per chi dovrà continuare a lavorare".

Sull'incidente è intervenuta anche la Cgil Toscana con un comunicato di cordoglio. Questo il testo:

"L’incidente sul lavoro accaduto ieri al bacino galleggiante del porto di Livorno e che ha provocato la morte di un lavoratore di 39 anni ed il ferimento di altri 11 lavoratori, è una ferita grave per la comunità portuale e per tutto il mondo del lavoro.

La CGIL Toscana esprime tutta la solidarietà delle lavoratrici e dei lavoratori alla famiglia del giovane elettricista deceduto e ai suoi compagni di lavoro feriti. Bene hanno fatto le RSU del cantiere a proclamare la fermata di stamani e a decidere di devolvere il corrispettivo di un’ora di lavoro come sostegno alla famiglia della vittima.

Oggi è il giorno del cordoglio, e il rispetto per il dolore per una vita spezzata richiede silenzio e fiducia nelle indagini che dovranno chiarire circostanze, cause ed eventuali responsabilità.

Incidenti come questo sono umanamente e socialmente inaccettabili e non deve mai abbassarsi l’attenzione e l’impegno sulla sicurezza sul lavoro.

Purtroppo, invece, di lavoro si continua a morire e nella nostra regione dall’inizio dell’anno il numero degli incidenti mortali è impressionante.

Occorre un sempre maggiore impegno di tutti per estendere e consolidare una forte cultura della sicurezza attraverso la formazione, la contrattazione e l’impegno delle risorse necessarie al funzionamento degli organismi di controllo. In un mondo del lavoro fortemente modificato e con un’organizzazione più frammentata si generano nuovi bisogni, nuovi rischi e nuovi problemi e bisogna essere in grado di affrontarli e risolverli.

Dobbiamo avere tutti, lavoratori, sindacati, impresa, politica e istituzioni la volontà di mettere la sicurezza al centro della nostra azione perché questo immane spreco umano si possa fermare e si possa smettere di morire di lavoro"


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