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Ludopatia: la Toscana tra le regioni più virtuose.

Quali sono le azioni di contrasto al gioco d'azzardo sul nostro territorio?



TOSCANA — La ludopatia è stata classificata ufficialmente come una malattia, quella cioè della dipendenza dal gioco d'azzardo. Il termine fa in particolare riferimento a coloro che manifestano una dipendenza dal gioco delle slot machine, che in Italia sono ampiamente diffuse negli esercizi commerciali come bar e altri locali, che sono dei veri e propri centri di richiamo per i giocatori incalliti.

La Toscana è una delle regioni italiane che ha messo in atto un'azione virtuosa nei confronti di questo fenomeno, che è diventato allarmante secondo i dati diffusi da diverse società che hanno indagato sul fenomeno e che parlano di 16 milioni di giocatori a livello nazionale, di cui più di 250 patologici.
La ludopatia è considerata ormai da molti una vera e propria piaga sociale, al pari della dipendenza da alcool e droghe.L'allarme lanciato anche dalla Toscana e da alcune associazioni come Libera che si sono aggregate a diverse proteste promosse sia a livello regione che nazionale, è la completa alienazione di chi diventa letteralmente schiavo del gioco, dilapidando non solo il frutto del proprio lavoro, ma interi patrimoni. Molti contraggono debiti, finiscono nel giro dell'usura o della prostituzione perché non riescono a rientrare dei prestiti richiesti.Il circolo vizioso nel quale entrano i giocatori patologici coinvolge anche le famiglie, che rischiano di rimanere senza entrate, senza casa e quindi di cadere nella povertà assoluta.

La Toscana dunque si è impegnata nel combattere in modo efficace il fenomeno, con una legge regionale che ha visto alcuni provvedimenti importanti per scoraggiare il fenomeno.Tra questi c'è stata la disposizione di non aprire negozi e ed esercizi commerciali che abbiano slot machine o altri giochi d'azzardo nel raggio di 500 m dalle scuole, ma anche dagli asili e da altri luoghi sensibili frequentati soprattutto dai giovani.Inoltre, si è provveduto a proporre una defiscalizzazione per quegli esercizi commerciali che decidono di eliminare le slot machine dai loro locali. Al contrario, per scoraggiare invece l'incremento di questi dispositivi di gioco, l'amministrazione ha disposto l'aumento delle tasse a livello regionale per chi invece decide di introdurle nel proprio locale, di qualsiasi tipo esso sia, comprese lavanderie self-service o altri luoghi ricreativi. L'esempio della Toscana è stata seguito anche da altre città e regioni che hanno messo in moto una macchina contro il fenomeno della diffusione delle slot machine, creando una rete di collaborazione importante, anche di sostegno alle famiglie colpite che hanno perso tutto e si sono anche spaccate al loro interno, con le conseguenti separazioni.La Toscana ha anche aperto un centro di ascolto che si può contattare con un numero verde completamente gratuito, dietro la spinta dell'assessore per il diritto alla salute regionale, Stefania Saccardi. La stessa si è impegnata anche in una campagna di informazione che prevede la creazione e la diffusione di un logo "no slot" che dovrà essere esposto ovunque, e in particolare in quei locali che rifiutano di far installare qualsiasi dispositivo e slot machine che possano attrarre i cittadini al gioco d'azzardo e quindi esporli alla dipendenza.In tal senso è stato istituito anche un Osservatorio Regionale che possa monitorare costantemente la situazione, anche per prevenire il fenomeno soprattutto a partire dai giovani.La tutela dei cittadini, specie dei più piccoli, è già in teoria attiva con il divieto di gioco per i minori di 18 anni, ma la Toscana intende fare di più per contrastare il dilagare del fenomeno anche tra i giovanissimi.Un indagine della Espad in Italia che si riferisce al 2015 ha accertato che tra i ragazzi di età compresa tra 15 e 19 anni, il 48% ha giocato almeno una volta d'azzardo e il fenomeno è diffuso in misura doppia tra i maschi.Un motivo ulteriore di allarme è la possibilità di giocare d'azzardo teoricamente per chiunque online, quindi anche per i minori.Sono centinaia i siti che danno la possibilità di accedere e offrono anche degli incentivi al gioco.Tra questi, per esempio i codici bonus, una sorta di "benvenuto", per "provare" il gioco. Gli stessi bonus si rinnovano ogni mese con promozioni varie e partono da 200 euro. Si tratta di avere a disposizione un intero casino online che va dalle slot machine al poker, dai giochi con le carte al tavolo verde, ecc.Il bonus permette di entrare in questo mondo dove è realistico pensare che ci si può perdere e diventare ludopatici e che in Italia è illegale. L'introito, tuttavia, che lo Stato riceve da quello legale supera i 20 miliardi di euro all'anno a fronte di una spesa di 25 miliardi da parte dei giocatori. Nonostante la regione Toscana come altre faccia di tutto per contrastare il fenomeno e chiedere collaborazione anche la presidente Mattarella, è evidente che sia un'impresa ardua.


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