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Attualità sabato 18 aprile 2020 ore 18:20

In Toscana 76 bimbi e 126 adolescenti contagiati dal Covid

I piccoli hanno un'età compresa da zero a 9 anni, gli altri da 10 a 19. Come vengono curati e cosa rende i giovanissimi più resistenti degli adulti



TOSCANA — Dall'inizio dell'emergenza coronavirus, in Toscana sono stati sottoposti al tampone per la diagnosi del Covid-19 alcune centinaia di bambini e ragazzi considerati casi sospetti perchè erano entrati in contatto con persone contagiate (per lo più insegnanti o familiari) oppure manifestavano sintomi compatibili con la malattia.

Secondo i dati dell'Agenzia regionale di sanità aggiornati al 16 Aprile, sono così risultati effettivamente positivi 76 bambini da zero a nove anni e 126 adolescenti di età compresa fra i 10 e i 19 anni, per un totale di 202 giovanissimi. Lo stesso giorno il totale dei contagiati in Toscana è stato di 6.482, di cui i bambini rappresentavano solo l'1,2 per cento e gli adolescenti l'1,9.

Su questo punto è interessante il confronto con gli stessi dati registrati in Lombardia, la regione più colpita dall'epidemia in Italia: su 63.098 contagiati (un numero dieci volte più alto di quello toscano), i bambini positivi da zero a nove anni segnalati dalla Regione alla Protezione civile nazionale sono stati 259 (0,4 per cento del totale delle persone infettate) e i ragazzi da 10 a 19 anni 239 (0,4% del totale).

Quindi l'epidemia di Covid in Toscana, nonostante la diffusione estremamente più bassa rispetto alla martoriata Lombardia, avrebbe comunque colpito una percentuale maggiore di giovanissimi.

A livello nazionale, i bambini da zero a 9 anni risultati positivi fino al 16 Aprile sono stati invece 1.123 e gli adolescenti fino a 19 anni 1.804

In Toscana come nel resto d'Italia, nella stragrande maggioranza dei minori la malattia si è manifestata con sintomi lievi e pochi ricoveri in ospedale. A livello nazionale c'è stata finora una sola vittima: una bambina di 5 anni di Vipiteno, in Alto Adige, già sofferente da molti anni di gravissime patologie. 

Ma cosa rende più resistenti i bambini e i ragazzi al contagio? Ce lo spiega la dottoressa Susanna Falorni, responsabile dell'area funzionale Pediatria e Neonatologia dell'Asl Toscana sud est.

"I bambini hanno una diversa suscettibilità al virus per vari motivi - sottolinea la dottoressa Falorni - Risposta innata immune maggiormente reattiva, vie respiratorie più sane perché non esposte al fumo e all’inquinamento, meno patologie sottostanti, differente distribuzione, maturazione e funzione dei recettori virali".

Nell'ospedale Misericordia di Grosseto, come negli altri ospedali pubblici toscani, anche le aree di pediatria e neonatologia sono state adeguate per ospitare eventuali piccoli pazienti positivi al coronavirus.

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Nella provincia di Grosseto si sono verificati 66 accessi al pronto soccorso pediatrico di bambini con una sintomatologia sospetta di covid-19 - racconta la dottoressa Falorni - Effettuato il tampone in urgenza, i piccoli sono stati presi in carico nell’area pediatrica dell’OBI covid (osservazione breve intensiva), in attesa di risposta del tampone. Di questi alcuni positivi con sintomatologia lieve sono stati rinviati a domicilio in accordo con il pediatra di famiglia che li ha presi in carico, un bambino con tampone negativo ma polmonite interstiziale è stato ricoverato, mentre un neonato positivo è stato trasferito al Meyer". 

Ma come è stato riorganizzato in Toscana il servizio sanitario regionale per la cura di un bambino positivo al Covid?

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Un protocollo regionale individua percorsi ospedalieri diversi a seconda dell'età dei bambini risultati positivi e della criticità del quadro clinico per cui si attiva una procedura di valutazione concordata dai pediatri con i colleghi del Meyer sulla necessità di centralizzazione - risponde la dottoressa Falorni - 

Per i ricoveri nell’area pediatrica sono state predisposte camere isolate per i casi positivi con tutti gli accorgimenti di sicurezza necessari ai pazienti e agli operatori. 
Sono stati definiti percorsi specifici in aree separate dal resto dei reparti, che prevedono punti di vestizione degli operatori, dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale, camere a pressione negativa, ossia zone di ingresso alle stanze covid con filtri dell'aria che consentono di non portare fuori il virus e la presenza di termoculle. Inoltre l'organizzazione del personale è stata rivista affinchè ci siano sempre un pediatra e personale infermieristico deputati all'assistenza del bambino positivo". 


Anche gli interventi programmati di chirurgia pediatrica sono al momento sospesi e vengono garantite solamente le urgenze. In questo caso, per attivare il percorso corretto, all'Obi covid del pronto soccorso pediatrico viene sempre eseguito il tampone sia al bambino che ai genitori che lo potranno accompagnare in reparto. 



"Fondamentale è la collaborazione sia con i medici di famiglia che con i pediatri di libera scelta che hanno dato massima disponibilità - conclude la dottoressa Falorni - Sono loro che, operanti sul territorio, preavvisano gli ospedalieri in caso di necessità di ricovero".


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