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Attualità martedì 22 ottobre 2019 ore 12:17

"Orma del Mostro? Scene furono compromesse"

Parla la criminologa esperta del caso che torna sui reperti raccolti sulla scena di un duplice delitto degli anni '80 attribuito al Mostro di Firenze



FIRENZE — Dal fascicolo depositato dall'avvocato Vieri Adriani, legale delle famiglie delle vittime francesi uccise a Scopeti nel 1985, al fine di fermare l'archiviazione del supplemento di indagini portato avanti dalla Procura di Firenze, sarebbe emerso un passaggio legato ad una impronta di scarpa fotografata sulla scena del duplice delitto del 1981 come riporta La Nazione in un articolo di Stefano Brogioni.

Wilma Ciocci, la criminologa autrice di "Flop criminologico, il caso Pietro Pacciani", intervistata da QuiNews Firenze ha commentato "Occorre fare una doppia valutazione di merito e di metodo. Nel merito si tratta dell'ennesima riesumazione di reperti che presi da soli possono apparire significativi, ma devono essere contestualizzati. Sul metodo invece possiamo dire che le impronte di scarpe sono spesso fondamentali nella ricostruzione di un omicidio, ma le investigazioni devono essere svolte con grande cura a partire dalla delimitazione della scena, la registrazione di tutti i presenti, ed ancora con supporti fotografici e per finire calchi in gesso. Porto ad esempio due casi, la cosiddetta strage di Erba e l'omicidio di Garlasco, nel primo caso siamo davanti ad un incendio che ha portato sul luogo del crimine decine di persone ad iniziare dai vigili del fuoco, nell'altro abbiamo impronte ben definite che sono state studiate effettuando prima l'esclusione di altre impronte e successivamente gli inquirenti hanno proceduto alla verifica che un dato tipo di scarpe fosse nella disponibilità del sospettato. Tutto questo nel caso del delitto di Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi non è più possibile farlo".

Si tratta dunque di un reperto che non cambia le carte in tavola? "Cosa potrebbe dirci questa impronta anche se appartenesse ad una precisa tipologia di calzature? Ricordiamo quanta gente era presente sulle scene dei duplici delitti? Ci sono testimonianze di cronisti che in alcuni casi sono arrivati prima degli inquirenti ed hanno fotografato le scene in piena libertà. Purtroppo questo caso ci mette davanti ad una dura realtà, non eravamo preparati tecnicamente per affrontare simili situazioni in modo analitico. Oggi sarebbe tutto diverso, ad iniziare dagli strumenti d'indagine". 

Escluderebbe però il coinvolgimento di Pietro Pacciani "Non è certo questa impronta a fare la differenza. In merito a Pacciani di errori ce ne sono molti e ben più importanti. Senza andare a scomodare i reperti sequestrati in casa del Pacciani, dall'album da disegno ad un portasapone che cambia colore nel corso del dibattimento, ma soffermandoci sulle risultanze tecniche, ricordo che la statura dell'omicida, periziata in base all'altezza dei colpi esplosi dalla Beretta, è stata rapportata ad un uomo di un metro e ottanta, mentre Pacciani era alto appena un metro e sessantasette centimetri, come dice una perizia che ne decreta l'altezza all'epoca dei delitti". 


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