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Attualità lunedì 04 maggio 2020 ore 13:32

Covid, il primato del Giglio, 723 test, un positivo (asintomatico)

Giglio Castello
Giglio Castello

La popolazione dell'isola è risultata particolarmente resistente al contagio da coronavirus. Tutti i fattori che rendono possibile questo risultato



ISOLA DEL GIGLIO — La popolazione dell’isola del Giglio, dati alla mano, sembra essere particolarmente resistente al Covid-19 ed è per questo che è al centro di uno studio condottoda un team di ricercatori, coordinati da Paola Cornelia Maria Muti dell’Università di Milano.

“All’inizio non sapevamo come interpretare questa apparente resistenza al virus - ha spiegato Muti - La popolazione era stata già esposta al virus? Aveva, dunque, già sviluppato una propri difesa immunitaria? Con lo screening di massa abbiamo compreso che l’assenza di casi conclamati di Covid-19, successiva all’introduzione del virus nel contesto isolano, non è verosimilmente attribuibile a un fenomeno di siero-protezione ma ad altri fattori come il ridotto tasso di inquinamento atmosferico e le peculiari condizioni geoclimatiche e micro-ambientali che potrebbero ridurre la carica virale del Sars-CoV-2 in fase aerea o limitarne l’infettività una volta avvenuta l’esposizione". 

Tra le varie ipotesi gli studiosi non escludono neppure la genetica stessa della popolazione gigliese o il fatto che ad interessare l’isola sia stato un ceppo virale poco aggressivo. "Si tratta di prime osservazioni scientifiche, che dovranno essere testate con nuovi studi" precisa la studiosa.

La ricerca dell'Università di Milano ha coinvolto in tutto 723 persone presenti sull’isola durante i giorni dello screening (dal 29 aprile al 3 maggio), includendo residenti e non. 

Il test ha identificato un solo soggetto positivo, privo di sintomi, confermando la presenza di anticorpi anti-Sars-Cov-2 nei pazienti precedentemente riconosciuti come positivi tramite tampone.

“Questo studio potrà aiutarci a comprendere meglio le caratteristiche e le dinamiche epidemiologiche, cliniche e biologiche, determinate dall’infezione Covid 19 - ha commentato il presidente Enrico Rossi - Si tratta di un primo importante contributo alla ricerca, reso possibile grazie alla fattiva collaborazione dell’intera comunità gigliese, del sindaco e dell’amministrazione comunale che hanno informato i cittadini e sostenuto l’iniziativa, e della Asl sud est, che ha assistito lo studio con specifici dispositivi di protezione individuale. Non lasciamo nulla di intentato, pur di contribuire al meglio delle nostre possibilità alla tutela della salute pubblica”.

La Toscana è, fra l’altro, tra le Regioni più attive nell’ambito della promozione di screening sierologico nel settore sanitario, sociosanitario e delle filiere essenziali più esposte al pubblico, con il coinvolgimento di circa 400mila persone. 

Di queste, hanno già aderito alla prima fase dello screening 51mila operatori sanitari, di cui il 2,2% è risultato positivo, ma solo l’1,1% è stato confermato positivo da successivo tampone molecolare.


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