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Attualità venerdì 29 luglio 2016 ore 08:30

Scavi al Pionta, prima campagna di indagine

Molinari: "Confermate mura nei pressi dell’attuale chiesa di Santo Stefano. L’ipotesi è che sia il palazzo vescovile"



AREZZO — Dal giugno 2016 sono riprese le attività di scavo e ricerca archeologica al colle del Pionta. Il progetto, sostenuto dall’associazione Academo, concessionaria degli scavi, è stato avviato con una prima campagna di indagini realizzate grazie al lavoro di un’equipe internazionale che vede coinvolti l’università di Tor Vergata, direzione scientifica di Alessandra Molinari e i ricercatori della British School di Roma esperti di geofisica Sophie Hay e Stephen Kay, in collaborazione con Silvia Vilucchi, funzionaria della soprintendenza archeologica.

“Il mio sentito ringraziamento ­– ha esordito il sindaco Alessandro Ghinelli – va a chi ha voluto questi scavi e li ha finanziati. C’è ancora la possibilità di contribuire al progetto e per questo lancio un appello. Dobbiamo fare emergere ciò che questo luogo speciale per la storia cittadina ancora nasconde. Il sito sarà il fulcro della riqualificazione della zona che deve tornare agli aretini e ai turisti. La strada intrapresa è quella giusta”.

“Dopo le indagini con il georadar – ha precisato Mauro Mariottini dell’associazione Academo – sapevamo dove scavare. Dunque, sulla base dei risultati ottenuti sono stati aperti alcuni saggi che stanno ampliando le conoscenze sulle strutture presenti, oggetto già in passato di scavi. Quanto finora rinvenuto consente di acquisire nuove informazioni sul duomo di San Donato, sui fabbricati di pertinenza e in generale sull’organizzazione topografica e urbanistica del colle in età medievale. Per finanziare il progetto si possono trovare le informazioni su www.arezzoperlastoria.it dove è spiegato il cosiddetto art bonus e i suoi vantaggi: i fondi donati vengono tracciati e se ne vede l’impiego”.

“Sono emerse già da questa prima campagna – ha aggiunto Alessandra Molinari – alcune strutture di estremo interesse: gli scavi hanno infatti confermato la presenza di mura, già segnalate dalle indagini geofisiche, nei pressi dell’attuale chiesa di Santo Stefano e precedenti a essa e di un edificio porticato dell’ampiezza di almeno 20 metri di cui sono state messe in luce alcune porzioni: l’ipotesi è che sia il palazzo vescovile. Le indagini stanno confermando che qui potrebbe esserci anche la tomba di San Donato”.

E nei tre giorni di Back in Time, ha concluso l’assessore Marcello Comanducci, “ci saranno due stand, uno in via Margaritone e uno al Prato dedicati agli scavi, dove si potrà vedere il lavoro finora svolto e raccogliere fondi per sostenerne gli sviluppi”.


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