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Cronaca martedì 14 ottobre 2014 ore 18:59

Urbanistica a Barberino, otto rinvii a giudizio

A processo anche l'ex assessore regionale Paolo Cocchi che era stato prosciolto in una prima udienza preliminare poi annullata dalla Cassazione



FIRENZE — Il gup di Firenze ha deciso il rinvio a giudizio per 8 persone nell'ambito del procedimento sull'urbanistica a Barberino del Mugello. Dopo una prima udienza preliminare che aveva prosciolto alcuni degli indagati, a gennaio 2013, la Cassazione aveva annullato la sentenza e chiesto dunque una nuova udienza preliminare. 

Tra coloro che erano stati giudicati innocenti e ora andranno invece a processo (con la prima udienza fissata per l'8 maggio 2015), anche l'ex assessore regionale alla cultura Paolo Cocchi. L'indagine ipotizza, a vario titolo, abusi d'ufficio e corruzione nel periodo che va dal 2005 al 2010. 

Alcuni imprenditori, secondo l'accusa, avrebbero goduto di sponsorizzazioni e agevolazioni da parte di politici e amministratori e Cocchi, nel dettaglio, si sarebbe messo "a disposizione" di un imprenditore suo amico, Danilo Cianti, con "pressioni ed interferenze sugli amministratori del Comune".

Cocchi avrebbe anche indicato a Cianti i terreni agricoli che sarebbero divenuti edificabili o quelli che sarebbero stati usati dalla società Autostrade come discarica o per opere legate alla variante di valico, permettendogli così di comprarli o di opzionarli. "Favori" in cambio dei quali l'imprenditore avrebbe contribuito alle campagne elettorali dello stesso Cocchi cui avrebbe anche pagato le vacanze e un appartamento da 250 mila euro. 

A giudizio anche la moglie di Cocchi, Barbara Bardazzi, e il figlio di Cianti, Simone (accusati di aver concorso ai reati del marito e del padre) così come l'ex sindaco di Barberino di Mugello, Gian Piero Luchi (per il quale i giudici ipotizzano l'abuso di ufficio), suo fratello Luca, proprietario di un immobile interessato da una lottizzazione, l'ex vicesindaco Alberto Lotti e l'allora responsabile ufficio gestione territorio del Comune, Paolo Pinarelli.


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