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Politica giovedì 10 novembre 2016 ore 16:30

La gara dei rifiuti 'pilotata' sbarca in Consiglio

Dopo l'arresto del direttore generale dell'Ato Toscana sud, opposizione sulle barricate. E il capogruppo del Pd chiede a Rossi di riferire in aula



FIRENZE — Da gara modello a gara dello scandalo: le clamorose risultanze del'inchiesta dela procura di Firenze sul bando che, nel 2013, portò all'aggiudicazione al consorzio Sei Toscana della gestione dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto ha sollevato critiche feroci da parte delle forze di opposizione in Consiglio regionale. E non poteva essere altrimenti: si parla di una gara da tre miliardi e mezzo di euro che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata strutturata ad hoc per far vincere il consorzio Sei Toscana e che avrebbe generato un corrispettivo economico per l'opera di corruzione pari a 380mila euro (vedi artcoli collegati).

Il capogruppo del Pd Leonardo Marras ha chiesto al presidente della Regione Enrico Rossi di fare una comunicazione sulla vicenda al Consiglio nella prossima seduta.

Nel frattempo, le forze politiche di opposizione attaccano frontalmente il Partito democratico.

Il Movimento 5 Stelle, dopo aver ricordato di aver denunciato irregolarità nella gara fin dal 2014, adesso chiede di bloccare le altre due gare per l'affidamento a un gestore unico della gestione dei rifiuti nei territori dell'Ato Centro e nell'Ato Costa (vedi articolo in home page).

"L’Ato rifiuti Toscana Sud travolto da una bufera giudiziaria? E’ il sistema toscana, bellezza - ha scritto invece il capogruppo di Forza Italia Stefano Mignai in una nota - Ma scricchiola. E scricchiola ormai da tempo, con evidenti segni di cedimento scanditi da inchieste che si susseguono su vicende tutte legate a logiche politiche: il buco di bilancio che ha messo in default la ex Asl 1 di Massa Carrara, le sorti di Banca Etruria e Monte dei Paschi di Siena, e ora l’Ato rifiuti Toscana Sud".

«Il punto è che c’è un filo conduttore, in tutto questo - prosegue Mugnai nella nota - ed è ascrivibile a un modo di amministrare la cosa pubblica che il Pd, nelle sue declinazioni storiche, ha improntato sulla logica della costruzione del consenso, anche con politiche clientelari praticate soprattutto attraverso gli enti locali fin quando è stato possibile e dopo, cambiato il quadro normativo, attraverso le partecipate". 

"Perché queste ultime certo, si configurano come soggetti di diritto privato, ma rispondevano comunque a una logica politica chiara, quella del Pd - scrive ancora Mugnai - Per capirlo era sufficiente guardare chi sedeva sulle poltrone di vertice, in gran parte ex sindaci, ex assessori, ex segretari tutti del Pd. Poi la normativa si trasforma, e allora si vanno a mettere a gara i servizi su larga scala, creando consorzi ad hoc per far sì che sostanzialmente gli affidamenti avvengano sempre verso i medesimi soggetti. Si includono soggetti privati, ma anche in questo caso sono giuppersù sempre gli stessi e hanno dalla loro una rete di relazioni evidenti con il potere politico targato Pd. Però ci sono i bandi, e lì si stringono le maglie a più non posso in un taglia e cuci di imbuti a misura di uno. La riprova è che quando, come nel caso della gara regionale per il trasporto pubblico locale, accade qualcosa di ‘strano’ per la Toscana, ovvero partecipa più di un concorrente, ecco che allora salta il banco perché per il committente, nel caso specifico la Regione Toscana, non si realizza quanto nelle previsioni. E adesso? Adesso è ovvio: noi speriamo che la magistratura faccia rapidamente chiarezza".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il capogruppo di Sì' Toscana a sinistra Tommaso Fattori.

“Per chi come me sostiene la necessità di una gestione totalmente pubblica dei rifiuti - ha scritto Fattori - situazioni di assoluta gravità come quella che ha portato alle indagini e agli arresti nel grossetano sono purtroppo prevedibili e previste. La politica deve prendersi le sue responsabilità. Gli arresti non sono altro che la dimostrazione di ciò che diciamo da sempre: il soggetto privato non ha nessun interesse ad una gestione dei rifiuti efficiente, economica, che rispetti l’ambiente e favorisca l’occupazione. L'interesse dei privati è semplicemente fare profitti, con il tacito assenso dei Comuni, che si accontentano di ricevere l’indennità di disagio ambientale e non hanno alcuno stimolo a fare scelte diverse".

“E in tutto questo cosa ha fatto la Regione Toscana? - chiede Fattori - Ha programmato una politica di gestione basata sugli inceneritori anziché sul riciclo, giustificandola sulla base di una previsione errata e artificialmente gonfiata di produzione di rifiuti. Nel solo ATO sud, vi è un eccesso di 30.000 tonnellate l’anno di rifiuti. E cosa succede al momento del bando di assegnazione? Guarda caso si finisce sempre per favorire aziende "politicamente vicine”. Per l’ATO Sud è stato elaborato un bando che ha subito destato enormi sospetti, visti i prerequisiti richiesti all'aspirante gestore, come il fatto che avrebbe già dovuto gestire un inceneritore sul medesimo territorio e avrebbe dovuto accollarsi i debiti dei precedenti gestori, senza che fossero quantificati. Insomma, non avrebbe potuto essere che SEI la società vincitrice. Di fatto abbiamo sei gestori dei rifiuti che fanno capo a tre Cooperative che gestiscono tre inceneritori. Un muro di interesse difficile da scalfire se non cambiando radicalmente direzione".


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