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Attualità domenica 08 novembre 2015 ore 16:51

Rossi benedice la SanitàdiTutti di Saccardi

Il governatore ha partecipato alla giornata di confronto sulla riforma dei servizi sanitari toscani promossa dall'assessore. Oltre 600 i partecipanti



FIRENZE — L'iniziativa si è svolta allo Spazio Reale di San Donnino allo scopo di delineare le linee guida della nuova legge che Rossi, Saccardi e il Pd vogliono approvare entro la fine dell'anno. La discussione sui vari punti della riorganizzazione si è sviluppata intorno a 15 tavoli di lavoro, le cui conclusioni sono state poi illustrate dai relatori all'assessore alla salute Stefania Saccardi.

"Grazie a tutti, grazie di cuore per non averci lasciati soli in questo passaggio cruciale per la nostra sanità. Vi chiediamo di starci vicini nel lavoro che facciamo, non vogliamo farlo in solitario - ha detto Saccardi ai presenti - Tutto quello che avviene nelle stanze dell'assessorato sarebbe inutile se non fosse condiviso con chi quotidianamente lavora nella sanità. Certo, poi noi ci assumiamo la responsabilità delle scelte, ma vogliamo provare a fare squadra, sentirsi tutti pezzi essenziali e determinanti del nostro sistema sanitario".

Dopo aver trascorso un paio d'ore a colloquio con cittadini, operatori, amministratori locali, il governatore Enrico Rossi si è rivolto a tutti dal palco definendo l'iniziativa "molto bella" e ringraziando l'assessore Saccardi per averla pensata.

"In questo modo si da' un senso di appartenenza alle persone ed escono idee importanti ha commentato Rossi - La nostra sanità e' un sistema di oltre 50.000 persone. Un mondo grandissimo, che tutte le mattine si alza, e spesso sta sveglio anche la notte, per servire i cittadini della Toscana, farsi carico della loro sofferenza. Come puoi pensare di innovare se non coinvolgi queste persone? L'assessore mi diceva che intende ripetere questa iniziativa: la trovo una cosa bella e intelligente".

Rossi e' entrato nello specifico della legge di riforma della sanità. "Decidemmo di fare la riforma prima della fine della legislatura, perché se non l'avessimo fatta la situazione ci sarebbe scivolata di mano - ha spiegato ai presenti -  Dal primo gennaio 2016 partirà il nuovo assetto organizzativo. Se ce la fossimo presa più comoda, nel 2016 ne avremmo parlato, nel 2017 ne avremmo discusso, e nel 2018 avremmo avuto la legge. Io mi sono preso la responsabilità di accelerare. Ora si tratta di fare correzioni e aggiustamenti, ma la struttura c'è".

"Il Servizio sanitario nazionale - ha sottolineato Enrico Rossi - e' un'infrastruttura civile decisiva per il benessere e la felicità del nostro Paese. Questo servizio ha dato buone prove di qualità e controllo della spesa e va mantenuto. In altri tempi - ha ricordato ancora - la sanità Toscana e' stata portata a esempio per salvare il Servizio sanitario nazionale, la sanità in Italia e' stata salvata anche grazie alla Toscana. Ora siamo in un altro passaggio delicato. Vogliamo una sanità pubblica, universalistica, di qualità, e la Toscana può dare l'esempio. Appropriatezza, specializzazione, qualità delle cure. Rendere compatibile la qualità del servizio con le risorse limitate che abbiamo a disposizione. Queste sono le sfide. Noi siamo partiti in corsa. Faccio appello a tutti voi: se spiegate, il corpo e il cuore della sanità possono capire e reagire bene".

Enrico Rossi ha ripercorso la storia della sanità Toscana e delle sue trasformazioni: "La riforma Chiti, realizzata da Claudio Martini, salvo' la sanità toscana. Se non l'avessimo fatta, la qualità dei servizi non sarebbe progredita. Ora siamo in un passaggio analogo. La qualità dei servizi e il controllo della spesa e' bene riportarli a una dimensione più ampia".

E ha concluso sulle prospettive della sanità italiana e toscana: "111 miliardi non sono pochi, ma neppure tanti. Ci aspettavamo di più - ha concluso il governatore - Ma il Fondo sanitario e' destinato a crescere negli anni. Intanto portiamo a casa questo risultato. Il Servizio sanitario nazionale rimane un pilastro, un'infrastruttura civile sulla quale vogliamo continuare a scommettere. Se in questi anni la sanità e l'ha fatta, si deve soprattutto all'impegno dei tanti operatori che ne fanno parte".


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