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Politica martedì 20 giugno 2017 ore 22:52

Consip, intesa fra Pd e Forza Italia in Senato

Approvate con i voti di Pd, FI, Ala e Idea la mozioni che chiedevano di rimuovere i vertici della Consip. Respinta la mozione Mdp contro Lotti



ROMA — Alla fine è andata come il governo Gentiloni e il Partito Democratico speravano: l'aula del Senato ha approvato con 185 favorevoli la mozione presentata dal Pd per chiedere la rimozione dei vertici della Consip, la centrale acquisti del ministero dell'economia al centro di un'inchiesta per corruzione e turbativa d'asta. A votarla tutti i senatori dem e 39 membri del centrodestra, ovvero 28 senatori di Forza Italia, 8 del gruppo Ala di Verdini e 3 del gruppo Federazione della libertà- Idea. Anche la mozione del senatore di Idea Augello ha avuto 244 voti favorevoli: quelli dei 73 firmatari, del Pd e di Forza Italia. I voti contrari sono stati 17, e contro ha votato Mdp, che ha votato a favore solo della propria mozione, alla fine respinta con 182 voti contrari, 69 favorevoli e 16 astenuti.

Come nel caso della bocciatura della mozione di sfiducia presentata nel marzo scorso dal Movimento 5 Stelle contro il ministro dello sport Luca Lotti per il suo coinvolgimento nell'inchiesta (é indagato per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento), l'apporto dei voti di Forza Italia, Ala e Idea è stato determinante per dare il suggello parlamentare all'azzeramento del consiglio di amministrazione della Consip e al definitivo allontanamento dell'amministratore delegato Luigi Marroni, testimone chiave dell'inchiesta e accusatore principale di Lotti e di altri indagati come il padre del segretario Matteo Renzi, Tiziano, e i generali dei Carabinieri Tullio Del Sette ed Emanuele Saltalamacchia (vedi articoli collegati). Disegnando di fatto una maggioranza diversa a sostegno del governo Gentiloni.

Il cda della Consip era peraltro già decaduto sabato scorso con le dimissioni presentate da due membri su sollecitazione del ministro dell'economia Padoan: la consigliera Marialaura Ferrigno e il presidente Luigi Ferrara, indagato nella stessa indagine per false informazioni ai pm. Marroni, seppure decaduto in automatico insieme agli due, non ha voluto dimettersi ma ha comunque convocato per il 27 giugno l'assemblea dei soci dell'ente per nominare il nuovo cda.

Insomma, alla fine dei giochi insomma il ministro Luca Lotti resta saldamente al suo posto mentre Marroni sarà presto solo un testimone.

Sempre oggi il comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura ha affidato alla prima commissione il compito di indagare su eventuali irregolarità nell'inchiesta della procura di Napoli sugli appalti Consip, di cui sono titolari i pm Celestina Carrano e John Woodcock. La decisione sarebbe stata assunta a seguito di una nota del pg di Napoli Luigi Riello sulle modalità con cui la procura di Napoli ha indagato il magistrato Rosita D'Angiolella, fino a pochi mesi fa dirigente dell'ufficio legislativo del ministero della pubblica istruzione. 

Il comitato di presidenza del Csm ha sollecitato la prima commissione anche a esaminare quanto prima la pratica sulle intercettazioni ambientali fra il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi e l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi disposta dalla procura di Napoli nell'ambito delle indagini sulla società Cpl Concordia. 


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