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Attualità mercoledì 22 aprile 2020 ore 19:40

Cani e gatti non trasmettono il Covid all'uomo

Può invece avvenire il contrario e quindi i proprietari contagiati devono evitare i contatti. Nel mondo solo due cani e due gatti con diagnosi certa



ROMA — A fronte di oltre 2,3 milioni di casi di Covid registrati nell’uomo a livello mondiale, sono stati segnalati solo quattro animali (due cani e due gatti) con diagnosi certa per Covid-19.

Le ricerche raccolte in un documento diffuso oggi dall'Istituto Superiore di Sanità indicano che i gatti, i furetti e, in minor misura, i cani possono contrarre l’infezione e che, nei pochissimi casi di contagio avvenuti per via naturale e riportati negli studi ufficiali, si considera che a trasmettere il virus agli animali sia stato l’uomo.

Allo stato attuale invece non esistono evidenze del percorso contrario, ovvero che gli animali da compagnia possano trasmettere il nuovo coronavirus agli essere umani. La diffusione epidemica del SarsCov2 avviene per contatto interumano, fra una persona e l'altra. 

Ad oggi inoltre non risultano riscontri di positività al Covid-19 negli uccelli e gli studi sopra descritti suggeriscono che le specie aviarie non sono suscettibili al virus. Rettili, anfibi e pesci poi non sono ospiti dei coronavirus.

Quindi, anche se gli animali domestici che si sono ammalati di Covid sono stati davvero rarissimi nel mondo (stando almeno ai dati raccolti finora), l'Istituto Superiore di Sanità raccomanda a chi ne possiede di assumere alcune precauzioni, soprattutto nel caso di persone che sono rimaste contagiate dal nuovo coronavirus.

Le persone positive al Covid-19 o anche i semplici casi sospetti dovrebbero evitare di avere contatti con i loro animali domestici e non dovrebbero, nei limiti del possibile, occuparsi del loro accudimento. Questo dovrebbe essere assicurato grazie all’aiuto di un familiare e, in caso di necessità, prevedendo il ricorso ad aiuti esterni che dovrebbero adottare misure di protezione individuali e procedure che permettano di minimizzare il rischio di esposizione. Gli aiuti esterni devono essere informati in anticipo se l’animale di cui si prendono cura appartiene ad un nucleo in cui vivono o hanno vissuto persone con sospetta o confermata Covid-19.

L'Istituto Superiore di sanità ribadisce che è fondamentale continuare a tutelare la salute degli animali da compagnia, anche perché "sono importanti per il benessere dei loro proprietari in questo periodo di forzato isolamento"; tuttavia, nel corso dell'epidemia di Covid-19, occorre evitare gli spostamenti non necessari, compresi quelli presso il medico veterinario di fiducia o, viceversa, da parte del veterinario per le visite domiciliari. L’eventuale ricovero presso cliniche veterinarie di animali provenienti da famiglie con persone infettate dal Covid deve inoltre prevedere l'assunzione di accorgimenti anche strutturali per minimizzare i rischi di contagio, sia per il personale che per gli altri animali.


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