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Attualità mercoledì 19 novembre 2014 ore 07:00

Rifiuti in Toscana, meno impianti, più riciclo

Gianfranco Venturi - dichiarazione

Il consiglio regionale ha approvato in via definitiva il nuovo piano dei rifiuti. Previsti sette nuovi impianti, differenziata al 70% entro il 2020



FIRENZE — Il piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati, dopo tre anni di gestazione e una prima adozione nel dicembre 2013, è stato approvato con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e i voti contrari di Fratelli d’Italia, della capogruppo di Rifondazione comunista-Comunisti italiani Monica Sgherri e del consigliere Gabriele Chiurli del gruppo misto. Si sono invece astenuti Forza Italia e Nuovo centrodestra. 

Per la prima volta nel piano sono stati unificati gli obiettivi e gli indirizzi per la gestione dei rifiuti urbani e speciali e per la bonifica dei siti inquinanti e ha come principi ispiratori il riciclo, lo sviluppo di una filiera e la riduzione al massimo dei rifiuti smaltiti in discarica. 

Obiettivo prioritario generale la riduzione della quantità di rifiuti prodotta dai toscani, dai 20 ai 50 kg in meno per abitante (nel 2013 i residenti della regione hanno prodotto in media 258 kg di spazzatura a testa).

Il piano punta poi ad aumentare entro il 2020 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani fino al 70% (attualmente il dato medio regionale è di poco superiore al 45), avviandone al riciclo almeno il 60%. Altrettanto strategica viene considerata la riduzione dello  smaltimento in discarica dall'attuale 42% al 10.

Dei nove nuovi impianti di gestione rifiuti previsti finora dai piani interprovinciali ne sono rimasti solo sette. Di conseguenza quelli attualmente non operativi non saranno riattivati mentre per quelli in funzione sono ammessi interventi di ristrutturazione. Il recupero energetico attraverso i termovalorizzatori dovrà aumentare dal 13 al 20%.

Nel corso della discussione del piano in consiglio sono stati accolti all’unanimità due emendamenti di Forza Italia, incentrati rispettivamente sulla necessità di applicare ai cittadini tariffe per lo smaltimento commisurate al servizio realmente reso e sul monitoraggio dell’efficacia delle politiche regionali, che dovrà tenere conto anche dell’immissione al consumo di imballaggi.

Un terzo emendamento presentato dal Pd e approvato sempre all’unanimità prevede di utilizzare per i monitoraggi non solo Arpat e l'Agenzia regionale di recupero risorse ma anche gli osservatori provinciali dei rifiuti, senza oneri aggiuntivi.


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