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Lavoro martedì 28 ottobre 2014 ore 13:56

L'allarme dei lavoratori: "Pineider non muoia"

Fatturato in calo, stipendi pagati in ritardo, cassa integrazione: i 13 dipendenti delle Antiche Officine temono per il futuro della loto azienda



FIRENZE — Dal 1774 è sinonimo di qualità ed eccellenza nel campo dell'artigianato artistico e della carta e cancelleria di altissimo livello. Eppure, nonostante 240 anni di storia, il suo futuro appare denso di nubi.

La denuncia arriva dai 13 lavoratori delle Antiche Officine Pineider, da ieri in cassa integrazione a zero ore. Quelli che, per capirsi, lavorano nella tipografia della storica società fiorentina e realizzano a mano i preziosi manufatti. "Nonostante un marchio riconosciuto e apprezzato nel mondo - è la loro denuncia - la proprietà (attualmente detenuta dal gruppo bresciano Gnutti, Ndr) non ci sta pagando regolarmente gli stipendi, ha visto il fatturato calare pericolosamente e ha deciso di stoppare ogni investimento".

Non solo. Perché oltre al trasferimento dello storico negozio fiorentino (da piazza della Signoria a piazza Rucellai) ha anche proceduto alla chiusura dei punti vendita di Milano e Torino rimanendo adesso con 4 soli negozi tra Firenze, Brescia e Roma.

I lavoratori delle Antiche Officine, che oggi hanno manifestato davanti al negozio del capoluogo toscano, hanno deciso di lanciare una raccolta di firme a sostegno della loro vertenza che poi saranno consegnate in Provincia in occasione della prossima convocazione del tavolo istituzionale loro dedicato.


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Stefano Nidiaci, Filcams-Cgil - Dichiarazione

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