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Lavoro mercoledì 22 ottobre 2014 ore 18:37

Rossi durissimo contro "i padroni dell'acciaio"

Il governatore replica al presidente di Federacciai Gozzi, secondo cui l'offerta di Cevital per la Lucchini è un rischio per l'elettrosiderurgia italiana



FIRENZE — "Il presidente di Federacciai si inquieta perché le proposte per la Lucchini di Piombino prevedono la riapertura dell'area a caldo e chiede un intervento del governo per garantire i forni elettrici del Nord di cui lui stesso è padrone. Non solo questi miseri capitalisti italiani non sono stati in grado di offrire una proposta decente per Piombino ma addirittura vorrebbero che nessuno lo facesse e che fosse il governo ad impedirglielo". 

E' un Enrico Rossi durissimo quello che si scaglia contro Antonio Gozzi, numero uno di Federacciai e presidente del gruppo Duferco, che in un'intervista al Sole 24 Ore ha espresso preoccupazione per i piani di sviluppo futuro della Lucchini. 

Gozzi ha puntato il dito in particolare contro l'offerta arrivata nelle ultime settimane dal gruppo algerino Cevital che, pur non avendo alcuna esperienza nella produzione dell'acciaio, intende non solo lanciarsi nel mercato ma anche installare un forno elettrico capace di produrre 2 milioni di tonnellate di acciaio. Questo secondo Gozzi provocherebbe distorsioni nel mercato italiano ed europeo, che vive una fase molto delicata.

Un entrata a gamba tesa, nel momento in cui il commissario Piero Nardi è chiamato a scegliere tra le'offerta di Cevital e quella degli indiani di Jws. Un'offerta quest'ultima che non preoccupa il presidente di Federacciai perché, dice Gozzi, "gli indiani conoscono bene il funzionamento del mercato: un conto è pensare a un forno elettrico in linea con le esigenze dei laminatoi piombinesi, un altro è promettere un impianto da 2 milioni di tonnellate".

Un'ingerenza che ha scatenato la reazione di Rossi. "I padroni delle ferriere – ha detto il governatore toscano - vogliono il mercato quando gli fa comodo e vogliono la tutela pubblica del loro monopolio quando è minacciato dalla concorrenza e dallo sviluppo tecnologico. Hanno portato la siderurgia italiana al disastro e vorrebbero continuare a comandare e a fare i loro comodi".

Rossi ha minacciato di diffidare chiunque si intrometta in questa delicata fase di trattativa e ha annunciato di aver "dato mandato all'avvocatura regionale di valutare se esistano gli estremi per un'azione legale a tutela dell'azienda, dei lavoratori, di Piombino e della Regione Toscana" contro Gozzi.

Una posizione condivisa anche dal viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti,: "Nessuno, proprio nessuno - ha detto De Vincenti - può permettersi ingerenze di alcun tipo in questo processo così importante per il futuro degli stabilimenti Lucchini e per i lavoratori e le comunità locali interessate".


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