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Cronaca venerdì 27 luglio 2018 ore 12:53

19 milioni di euro in centosessanta panetti

A tanto ammonta il valore della droga sequestrata nel porto di Livorno da Finanza e Agenzia delle Dogane. Si tratta di ottanta chili di cocaina



LIVORNO — I militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere - emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Livorno Marco Sacquegna - nei confronti di altrettanti soggetti, per i reati di traffico di sostanze stupefacenti e sostituzione di persona, anche mediante l’utilizzo di documenti falsi.

Tra i destinatari del provvedimento cautelare figura un pregiudicato molto noto negli ambienti del crimine, fratello di un capo clan di etnia rom operante nella zona pontina, con numerosi precedenti penali e di polizia connessi a rapine, usura, detenzione di armi, ricettazione, plurime violazioni delle misure di prevenzione.

L’indagine è partita dal sequestro di 80 chilogrammi di cocaina eseguito nel porto di Livorno dai finanzieri e da funzionari del locale Ufficio doganale.

La cocaina sequestrata, una volta lavorata ed immessa sul mercato con la vendita al dettaglio, avrebbe fruttato 19 milioni di euro.

I narcotrafficanti erano riusciti a fare arrivare in Italia la cocaina in un container proveniente da San Antonio (Cile), all’interno del quale era stata caricata una cisterna di grosse dimensioni, sostenuta da due grandi supporti di metallo, all’interno dei quali erano state ricavate delle intercapedini dove erano occultati ben 160 panetti di cocaina purissima dal peso di 500 grammi ciascuno.

Uno stratagemma che non è stato sufficiente ad eludere i controlli. L’individuazione del carico è stata resa possibile anche grazie all’utilizzo dello scanner a disposizione dell’Ufficio delle Dogane di Livorno, che ha evidenziato un’anomalia all’interno dei supporti di metallo.

Il successivo taglio dei manufatti in metallo ha, così, consentito di rinvenire e sequestrare la sostanza stupefacente occultata nei sostegni di acciaio della cisterna fabbricati ad hoc con doppi fondi.

Le successive indagini, anche di natura tecnica, nell’ambito dell’operazione denominata “White Iron” - svolte sotto la direzione del sostituto Procuratore della Repubblica di Livorno Massimo Mannucci e il coordinamento del Procuratore Capo Ettore Squillace Greco - hanno permesso di individuare l'organizzazione che ha effettuato l’importazione dell’ingente partita di cocaina.

Dalle investigazioni è emerso, infatti, che la cisterna con la sostanza rinvenuta nel porto era destinata a soggetti pluripregiudicati della zona pontina laziale.

Sono in corso anche perquisizioni nelle province di Latina, Roma e Modena.


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