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Politica sabato 14 maggio 2016 ore 10:25

"Non ho infranto le regole, non mi dimetto"

ll sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha difeso il suo operato in un'infuocata seduta di Consiglio. Fallita la proposta di una mozione di sfiducia



LIVORNO — "Occupandomi della questione AAMPS era praticamente inevitabile sporcarsi le mani - ha detto il primo cittadino - ma ribadisco di essere sereno perché la mia coscienza è assolutamente pulita perché tutte le scelte fatte, pure quelle oggetto di indagine, sono state prese, sempre e soltanto, nell’interesse dei cittadini livornesi".

E' una difesa a tutto campo quella che il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin ha tracciato del suo operato sulla vicenda Aamps, di fronte al Consiglio Comunale al termine di una giornata ricca di tensioni. Poco prima, fuori dall'aula, ma anche dentro, si erano formate due fazioni pro e contro Nogarin, con distinte manifestazioni che si sono ritrovate all'esterno di Palazzo Civico, dove non è mancato anche qualche momento di tensione. Nel corso della seduta i tre consiglieri comunali ex M5S (usciti proprio per dissensi sulla vicenda Aamps) hanno proposto una mozione di sfiducia al sindaco, che però non è riuscita a raccogliere le firme minime necessarie per la presentazione: non l'hanno firmata né Pd, né Forza Italia né Buongiorno Livorno. 

"Il solo avviso di garanzia che ho ricevuto, e non tre come ha invece scritto qualcuno – ha ribadito Nogarin davanti all'assemblea cittadina, in un discorso spesso interrotto dall'aula - è relativo a concorso in bancarotta fraudolenta, di Aamps, che, quando siamo stati chiamati alla guida di questa amministrazione, già aveva svariati milioni di euro di debiti e che senza un nostro intervento sarebbe stata condannata definitivamente"

"Il mio ulteriore torto  - ha aggiunto - sarebbe stato quello di aver scelto di stabilizzare 33 operatori che da molti anni lavoravano da precari in l’azienda, con contratti a tempo. Secondo alcuni questa scelta avrebbe aggravato la situazione complessiva di AAMPS. Noi invece riteniamo che l’azienda così non solo ha risparmiato 110 mila euro di sgravi contributivi"

Infine il passaggio più importante: "Non ho infranto quelle regole non scritte e che vengono prima della legge e che impongono a un amministratore non solamente di tenere un comportamento moralmente e politicamente inappuntabile, ma di non essere neppure investito da ipotesi di reato che ledono totalmente la credibilità dei cittadini e della stessa macchina amministrativa.
La procura sta indagando per una mia scelta amministrativa.  Sono certo di aver seguito tutte le procedure alla lettera, ma se le indagini dovessero dimostrare che ho agito violando i principi che ho elencato prima, non esiterò a dimettermi".


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