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Attualità martedì 10 febbraio 2015 ore 10:54

La Toscana sta finendo l'olio extravergine

Incredibile ma vero, tra sei mesi il "black out". Coldiretti "a disposizione meno della metà dell'olio consumato abitualmente". Corsa alle scorte



FIRENZE — In Toscana, terra simbolo dell'extravergine di qualità con 4 Dop e 1 Igp, 93mila ettari di oliveto, 15milioni di piante e 70mila imprese, le riserve potrebbero essere già finite tra sei mesi, tra giungo e luglio. E’ quanto rivela Coldiretti Toscana sulla base di uno studio fornito da Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano.

Secondo la stima quest’anno ogni consumatore potrà contare solo su 3,25 litri di vero extra vergine italiano. Meno della metà del consumo pro-capite di olio extravergine stimato in 7 litri all’anno.

Colpa dell'ultima annata dove la produzione di olive è stata una delle più disastrose che si ricordi, che ha ridotto la capacità di produzione di olio Made in Tuscany anche fino al 90% in molte aree della regione. 

Coldiretti ha chiesto ai consumatori cosa faranno quando non potranno più acqusitare l'olio la cui provenienza è trasparente e garantita.

Il 53% degli intervistati ha confessato di avere attivato un piano di “approvvigionamento” speciale: farà la scorta per evitare di restare senza quando l’olio verde sarà sempre più una rarità anche sugli scaffali della distribuzione organizzata. Un toscano su quattro, il 25%, invece ne ridurrà il consumo. Il 16% dei consumatori continuerà a comprare olio, anche se sarà il frutto ultimo della miscelazione di olive straniere, mentre un 3% mangerà l’insalata scondita. Un 3% ripiegherà verso altre alternative vegetali come olio di sesami, lino o arachidi; solo 1% non comprerà olio.

 “Con il crollo dei raccolti aumenta il rischio di portare in tavola prodotti spacciati per Made in Italy ma provenienti dall'estero, spesso di bassa qualità; – analizza Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - il consiglio è quello di verificare con attenzione l'origine in etichetta, almeno su quei prodotti come l'olio, il miele e gli agrumi freschi dove è in vigore l'obbligo di indicare la provenienza. Oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di campagna amica”. Ma anche cercare sulle confezioni il caratteristico logo (Dop/Igp) a cerchi concentrici blu e gialli con la scritta per esteso nella parte gialla “denominazione di origine protetta” o “indicazione geografica protetta”, mentre nella parte blu compaiono le stelline rappresentative dell'Unione Europea.


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