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Politica domenica 18 agosto 2019 ore 16:33

Governo, silenzi e attese passano dalla Toscana

Palazzo Chigi a Roma

Il leader della Lega in Versilia. I vertici del M5S a Bibbona per dettare la linea contraria a Salvini. Rossi promuove la linea Zingaretti per il Pd



TOSCANA — Se nei palazzi romani domina un apparente silenzio e tutto sembra congelato fino al 20 agosto, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlerà in Senato, le trattative e i segnali che le forze politiche si lanciano per dare una direzione alla crisi di governo passano anche dalla Toscana

Non solo perché qui l'anno prossimo si vota per le regionali, dato di non poco conto e su cui eventuali nuovi accordi e maggioranze potrebbero avere ripercussioni, ma anche per la presenza fisica delle principali parti in causa nelle trattative. 

Da un lato, infatti, il leader leghista, ministro dell'interno e vicepremier Matteo Salvini è in Toscana, prima a Massa e poi alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, reduce dal braccio di ferro con il premier Conte sui migranti della Open Arms. In mattinata Salvini ha detto, in diretta su Facebook: "Rimango al ministero, non la do vinta".

Dall'altro i vertici dell'altro contraente dell'ormai quasi frantumato contratto di governo, il Movimento Cinque Stelle, si sono incontrati a Marina di Bibbona, con Beppe Grillo. All'incontro hanno partecipato il ministro del lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, Davide Casaleggio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista insieme ai capigruppo di Camera e Senato. Insomma lo stato maggiore al cui interno si dibattono gli animi di chi vedrebbe ora di buon occhio la mano tesa all'offerta dal Pd per formare una nuova maggioranza e di chi invece non ne vuol sapere. Animi che, stando alla nota diffusa al termine della riunione, pare abbiano trovato una linea comune nel considerare Salvini "un interlocutore inaffidabile". Colpa, prima della "sua mossa di staccare la spina al Governo del cambiamento" e poi della "vergognosa retromarcia in cui tenta di dettare condizioni senza alcuna credibilità". 

E il Pd? Nei giorni scorsi il segretario nazionale Zingaretti alla festa dell'unità di Cecina ha ribadito il suo no a maggioranze rabberciate, posizione approvata in una nota anche dal governatore toscano Enrico Rossi, e ha fatto riferimento alla guida del presidente della Repubblica nella gestione di una crisi che sembrava dover essere una guerra lampo e che invece è diventata una guerra di trincea. 


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