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Politica venerdì 11 marzo 2016 ore 23:00

"Gestione rifiuti, modello Pd fallimentare"

Dopo gli sviluppi dell'inchiesta sulle presunte turbative d'asta nella gara da 140 milioni di euro dell'Ato Toscana sud, M5S rilancia le sue proposte



FIRENZE — "Ato Toscana Sud è il primo ambito in cui il PD ha sperimentato il suo modello di gestione dei rifiuti: fallimentare per ogni indicatore, dal costo per i cittadini alle percentuali di raccolta differenziata, e ora per la Procura di Firenze anche terreno di potenziali illeciti - ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S e vicepresidente commissione Ambiente e Territorio - Recentemente l’Antitrust ha dato ragione alle nostre posizioni in materia di rifiuti: la gestione del servizio è ottimale con bacini di massimo 100mila cittadini e 90mila tonnellate di rifiuti da trattare e soprattutto ci devono essere gare ogni 5 anni. Quando l'assessora regionale dice che l’inceneritore di Montale sarà chiuso entro il 2023, conferma che abbiamo ragione noi, ma governa secondo tempistiche molto diverse dalle nostre".

"Le anomalie nell'affidamento della gara di Ato Toscana Sud erano palesi ma solo noi le abbiamo denunciate - ha proseguito Giannarelli - Quando un bando è tagliato su misura sul vincitore resta poco spazio all'immaginazione e una situazione analoga è stata già evidenziata per Ato Toscana Costa dai nostri consiglieri comunali di Pisa. Presenteremo un'interrogazione su queste strane procedure di gara e la porteremo in tutti i Comuni dove siamo presenti. Intanto ne abbiamo presentato una sullo scandalo convenzioni con gli impianti di smaltimento, dove Ato Toscana Sud ha firmato clausole sul conferimento minimo contrarie alla normativa italiana ed europea".

"L'Antitrust evidenzia conflitti di interessi tra chi affida la gara e chi la vince - hanno sottolineato gli avvocati Donella Bonciani e Claudio Fiori, tecnici M5S in materia di rifiuti - Alcune modifiche alle convenzioni esistenti tra Ato Toscana Sud e gestori degli impianti includono delle "soglie minime" di rifiuti garantite a questi ultimi, in violazione delle norme europee. Questi atti dovevano poi passare preventivamente dall'assemblea per approvazione ed è grave che questo non sia avvenuto. Bene l'indagine della Procura di Firenze perché le nuove clausole del contratto di gestione vanno contro gli interessi dei committenti stessi: un gestore inadempiente ha comunque diritto a pagamento previsto, Ato riceverà comunque soldi e non sono previsti pareggi con crediti vantati dai Comuni. Altro esempio: il bando prevedeva che l’aggiudicatario rimborsasse al vecchio gestore la TIA non riscossa, circa 10 milioni di euro. È chiaro che tale clausola scoraggia possibili nuovi gestori. Inoltre la durata del contratto è indefinita temporalmente da 15 a 25 anni e questo scoraggia nuovi gestori, perché la differenza monetaria è pari a un miliardo di euro".


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GIACOMO GIANNARELLI SU INCHIESTA RIFIUTI ATO TOSCANA SUD - dichiarazione
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