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Lavoro martedì 08 novembre 2016 ore 11:00

In quattrocento in marcia per la Richard Ginori

Manifestazione per le strade di Sesto Fiorentino per chiedere che la Richard Ginori rimanga in città e che venga riaperto il museo di Doccia



SESTO FIORENTINO — In quattrocento in marcia per la Richard Ginori di Sesto Fiorentino. “Il futuro della Ginori è Sesto Fiorentino. La Ginori deve restare a Sesto Fiorentino, il Museo di Doccia deve riaprire, gli investimenti devono riqualificare la manifattura. Per il bene dei lavoratori, della cittadinanza sestese e dell’area metropolitana fiorentina”, dicono Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Cobas. 

Il corteo è partito dallo stabilimento in viale Giulio Cesare alle ore 9 e si è snodato per le vie del centro della città. E si è concluso in piazza del Comune. Aggiungono i sindacati: “Il futuro di Sesto passa anche dalla valorizzazione della sua storia”. Una manifestazione per chiedere chiedere una conclusione positiva e rapida dell'acquisizione del terreno dello stabilimento da parte della proprietà di Gucci che nel 2013 aveva rilevato l'attività industriale, operazione necessaria per sbloccare gli investimenti necessari al rilancio produttivo.

All'iniziativa ha aderito anche il Comune di Sesto col gonfalone e il sindaco Lorenzo Falchi in corteo: Falchi in Municipio ha avuto poi una riunione coi rappresentanti di sindacati e Regione Toscana. 

In piazza anche gli esponenti delle opposizioni in consiglio comunale, come il capogruppo Pd Lorenzo Zambini, e l'ex sindaco Gianni Gianassi.

Queste le tre richieste avanzate dalle quattro sigle sindacali: No a speculazioni su quell’area: l’azienda acquisisca al più presto il terreno su cui sorge la fabbrica. È indispensabile che il gruppo Kering e la liquidazione che possiede il terreno si accordino per l’acquisto. 

Progetto Industriale: l’azienda, che ha mostrato fino ad oggi di credere nel progetto Ginori, una volta acquisito il terreno, attui gli investimenti necessari per la riqualificazione dell’attuale stabilimento. 

Museo Ginori: si lancia un appello perché, una volta assicuratisi che la fabbrica rimanga accanto al Museo, il maggior numero di soggetti pubblici e privati del territorio concorrano alla riapertura del Museo di Doccia che è un patrimonio inestimabile della storia della città e del lavoro.


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