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Attualità mercoledì 15 febbraio 2017 ore 11:57

Taglio alle spese per il reddito di solidarietà

Il Consiglio regionale ha approvato con i voti del Pd la risoluzione sulle nuove misure contro la povertà. L'opposizione: "E' un regolamento di conti"



FIRENZE — Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha presentato e approvato in aula una risoluzione per il contrasto alla povertà. 

In pratica si tratta di un atto di indirizzo per veicolare verso nuove misure a sostegno delle famiglie meno abbienti una parte dei fondi regionali. Contrari al provvedimento Lega nord, FdI, Fi, astenuto Sì Toscana mentre il M5S non ha partecipato alla votazione avendo già presentato una proposta di legge per istituire il reddito di cittadinanza finora mai discussa in aula.

Il capogruppo di Forza Italia, Stefano Mugnai, ha definito la risoluzione "un atto strumentale frutto di una battaglia interna al Pd, un regolamento di conti”. Il riferimento è al fatto che, stando ad alcune fonti interne al partito, inizialmente la risoluzione sarebbe stata messa a punto dall'ala renziana del gruppo Pd per limitare le spese in comunicazione del governatore Enrico Rossi, candidato alla segreteria nazionale dem in alternativa a Matteo Renzi. Alla fine, fra tensioni e rinvii, il testo presentato in aula è stato ritoccato e addolcito e l'invocata revisione delle spesa riguarda non solo il governatore ma anche i gruppi consiliari.

La risoluzione quindi impegna la giunta regionale ad introdurre il reddito di solidarietà attiva, a rafforzare le politiche sulla casa assegnando le necessarie risorse all’edilizia residenziale pubblica, a promuovere un patto di comunità riattivando la commissione regionale per le politiche sociali, a rafforzare le misure per l’inserimento dei giovani nel mondo lavorativo.

La giunta Rossi dovrà quindi reperire un’adeguata copertura degli interventi, 35 milioni di euro solo per il reddito di solidarietà attiva,   valutando l’attuale destinazione delle risorse provenienti dalla programmazione 2014-2020 del Fondo sociale europeo nonchè tagliando le spese non essenziali per l’azione di governo. 

La risoluzione definisce “imprescindibile ogni sforzo per garantire la massima sobrietà all’attività istituzionale", sollecitando l'esecutivo a rivedere le spese inerenti informazione, comunicazione, eventi, attività di rappresentanza, consulenze e supporto della giunta e del Consiglio regionale, risorse in disponibilità dei gruppi consiliari”.


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