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Politica venerdì 23 dicembre 2016 ore 19:00

Scintille fra Rossi e Marras per Mps

Botta e risposta fra il governatore della Toscana e il capogruppo del Pd sull'intervento dello Stato per salvare l'istituto senese



FIRENZE — Nuove tensioni fra il presidente della Regione Enrico Rossi e il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Leonardo Marras. Ieri i governatore ha commentato su Facebook l'intervento di salvataggio del governo Gentiloni per il Monte dei Paschi, stigmatizzando il ritardo con cui si sono mossi il ministro Padoan e il vecchio governo Renzi.

Oggi arriva la replica di Leonardo Marras che definisce il ruolo svolto fino ad oggi dall'amministrazione regionale a sostegno del settore bancario "debole, rimido, in qualche caso inesistente". Ecco il testo integrale:

“L’intervento pubblico per salvare il Monte dei Paschi di Siena è una soluzione inevitabile e, a mio avviso, tempestiva - ha scritto Marras in una nota - Bene ha fatto il Governo ha preparare in questi giorni il provvedimento. Ho letto molti commenti revisionisti sul quando e sul come ci sarebbe stato bisogno dello Stato: dopo che l'Italia ha sottoscritto gli accordi europei sul sistema bancario non poteva che accadere ciò che è accaduto, ovvero che si ricercassero prima soluzioni di mercato. L'intervento pubblico non poteva che essere confinato all'ultima carta, quella che può scongiurare la risoluzione ed evitare l'effetto sistemico che si porterebbe dietro la caduta del Monte, con effetti rilevanti per le altre banche italiane e per la nostra economia. Hanno ragione quei commentatori che sostengono l’opportunità mancata dal governo Monti di entrare nelle banche, come nel tempo hanno fatto altri paesi europei e gli Stati Uniti, anziché inventarsi prestiti da “strozzino pubblico”, con il voto a favore in Parlamento anche del Partito Democratico. C'erano allora troppi silenzi tra quelli che oggi sentenziano e alzano i toni ogni giorno".

"Nella nostra relazione conclusiva dei lavori della commissione d’inchiesta su Mps del Consiglio regionale, presentata anche alla commissione Finanze del Senato, abbiamo messo in evidenza le gravi difficoltà della banca - prosegue Marras -  tutte le responsabilità politiche, l'impegno da infondere oggi per la salvaguardia del lavoro nella più grande azienda privata toscana, le direzioni che secondo noi sarebbero state necessarie per il suo salvataggio e, infine, il ruolo della Regione in questo contesto, finora debole, timido, in qualche caso assente. La conversione di obbligazioni in azioni nei nostri territori è andata molto al di là delle aspettative, segno del forte legame con la banca dei toscani e di una fiducia riposta nelle istituzioni. Per queste ragioni, dopo che il governo ha scelto la strada giusta, ora anche la Regione Toscana dovrebbe occuparsi del sistema bancario che rimane, colpito e squassato da questi ultimi anni di grandi cambiamenti. Penso alla necessità di una riflessione con tutte le banche insediate in Toscana e tutte le categorie economiche per affrontare un nuovo scenario, completamente inedito per la nostra Regione. A mio avviso sarebbe davvero utile, oggi, che si promuovesse una iniziativa aperta, con al centro il tema dell'accesso al credito e gli spazi reali per politiche pubbliche di sostegno alle imprese nel rapporto con le banche”.

Poche ore dopo è arrivata la controreplica del govenatore Enrico Rossi.

"Leggo la dichiarazione del capogruppo Marras sul caso Monte dei Paschi in cui parla della Regione in terza persona, come se lui fosse capogruppo del Partito Democratico non in Toscana ma altrove - ha scritto Rossi in una nota - La mia richiesta di un intervento pubblico per salvare Mps è stata nel tempo più volte espressa pubblicamente: attraverso la stampa; in riunioni formali e colloqui informali con esponenti di primo piano del Governo. Sempre mi è stato risposto che la richiesta di un intervento pubblico era ritenuta sbagliata e quindi da non prendere in considerazione. Lo stesso ex Presidente del consiglio Matteo Renzi ha più volte ribadito che Mps era in sicurezza e che sarebbe bastato il mercato a salvarla. Peccato che così non fosse e che il ritardo abbia causato danni alla banca e alla comunità toscana tutta. La verità è che si è atteso troppo prima dell'intervento facendo pagare un prezzo troppo alto a tutti i protagonisti di questa vicenda, a partire dai nostri territori. Riconoscere gli errori sarebbe in qualche caso segno di ragionevolezza. A Marras ripropongo quindi che si esprima sulle questioni che ho pubblicamente sollevato nel tempo".


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