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Cronaca giovedì 30 giugno 2016 ore 12:07

La relazione segreta fra Mirco e Kimberly

Servizio di Elisabetta Matini

Il duplice omicida di via Fiume aveva una relazione con il transessuale e avrebbe ucciso per le richieste di denaro e per la paura di essere scoperto



FIRENZE — Una doppia vita che non riusciva più a sostenere; un'amante transessuale troppo esigente, che lo esasperava con richieste di denaro;  un figlio che voleva tenere all'oscuro della sua relazione con Kimberly. Sono tanti i fattori che hanno fatto deflagrare la furia omicida di Mirco Alessi, l'operaio fiorentino di 42 anni che ieri mattina ha ucciso a coltellate in un appartamento di via Fiume il transessuale brasiliano Gilberto Manoel Da Silva, 45 anni, conosciuto in tutto il quartiere con il nome di Kimberly, e la domenicana Mariela Josefina Santos Cruz, 27 anni. Una terza ragazza si è salvata gettandosi dalla finestra.

Alessi si è presentato in via Fiume già armato di un lungo coltello  da macellaio e, per chiudere definitivamente la lunga, tormentata relazione con Kimberly, l'ha uccisa subito, in camera di letto. La altre due ragazze sarebbero finite nel suo raggio d'azione solo perchè si trovavano lì, scomode testimoni del primo omicidio.

Poi Alessi si è dato alla fuga, scandita da numerosi prelievi di denaro contante dagli sportelli bancomat:  prima è andato nel suo appartamento di via Palazzuolo per cambiarsi i vestiti macchiati di sangue. Poi, in preda a una lucida follia, si è diretto verso Santa Croce sull'Arno dove ha messo fuori uso l'impianto satellitare della sua C1 rossa per non essere rintracciato. Tappa successiva un paese dell'entroterra livornese dove ha rubato le targhe di un'auto in sosta per sostituirle a quelle della sua. Arrivato a Cecina, ha strappato di mano il cellulare a una donna e ha cercato di chiamare il 112 chiedendo a vuoto "Siete contenti delle due sorprese che ho lasciato a Firenze?".

Infine, in serata, è arrivato a Monticiano, nel senese. In paese ha incontrato una donna e le ha detto: "Mi sei simpatica, ti voglio confessare una cosa". Quando se ne è andato, la donna ha chiamato subito i carabinieri ma nel frattempo anche Alessi aveva deciso di comporre il 112. E a chi gli ha risposto ha cominciato a urlare frasi sconnesse, delirante, ma anche implicite richiste di aiuto: "Perchè non mi avete ancora preso?". La conversazione è durata abbastanza a lungo per permettere ai militari di localizzarlo e poco dopo è scattato l'arresto, in piazza, fra la gente, senza che il ricercato opponesse resistenza: "Sono tranquillo, non ho rimpianti, è giusto che paghi" ha detto agli inquirenti. 

Una volta a Siena, nel carcere di Santo Spirito, l'operaio ha confessato tutto: gli omicidi, la premeditazione e anche l'uso di cocaina.


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