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Attualità martedì 02 febbraio 2016 ore 10:45

Fioccano le sanzioni per i furbetti dell'etichetta

Toscana al secondo posto in Italia per il numero di Frodi alimentari: sequestrate merci per oltre 400mila euro. Coldiretti: "Occhio ai cibi low cost"



FIRENZE — Come numero di illeciti alimentari scoperti dagli agenti del Corpo forestale dello Stato, la Campania è al primo posto in Italia. La Toscana segue a ruota ma si aggiudica il primo posto se guarda al valore della merce sequestrata: 400mila euro, frutto di 1.191 controlli, 189 sanzioni e 20 persone denunciate.

Numeri contenuti nell'analisi di Coldiretti sulla base del rapporto “Frodi agroalimentari”. Il settore più controllato è quello vitivinicolo, con 241 ispezioni, insieme alle verifiche su etichettature e tracciabilità con 240. 

In Toscana si è concentrata la gran parte dei controlli con 190 ispezioni, il 40% del totale nazionale

Coldiretti ha colto l'occasione per rilanciare la sua campagna a difesa dell'olio toscano e contro quello tunisino. Nel Granducato c'è infatti la concentrazioni più significativa di produttori (17,3%) e trasformatori (16,9%). "Ad ogni litro d’olio prodotto nella nostra regione - ha sottolineato l'associazione in una nota - corrispondono 10 litri di olio imbottigliato che finisce negli scaffali nazionali e soprattutto internazionali dando così vita alla parabola della “moltiplicazione” dell’extravergine. L’ingresso di olio “senza dazi” dalla Tunisia e di pomodoro dal Marocco dove è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute vietati in Europa aumentano le preoccupazioni degli agricoltori che dovranno trovarsi ad affrontare l’immissione nel mercato nazionale di prodotti esteri la cui identità non è sempre chiara". 

“Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell'ordine impegnate confermano però la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire – ha aggiunto Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana - dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata e di garantire la tracciabilità degli scambi commerciali. Sono gli unici strumenti che possiamo mettere in campo per garantire il consumatore che è il soggetto, insieme agli agricoltori, più debole della filiera. Le frodi alimentari sono un danno anche per la salute dei cittadini”. 

"Sotto accusa - continua la nota - sono i cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono, ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri. 150 sono stati i controlli sulla qualità (Dop e Igp), 44 nel settore zootecnico, 23 nel lattiero-caseario, 12 nelle aziende biologiche".


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