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Cronaca giovedì 17 gennaio 2019 ore 15:52

Bimba di 18 mesi rischia di soffocare

L'Usl fa chiarezza sulle cure prestate ad una bambina giunta all'ospedale elbano nei giorni scorsi con gravi problemi di respirazione



PORTOFERRAIO — La notizia di una bambina di 18 mesi che è stata portata al pronto soccorso dell'ospedale elbano e che, in crisi respiratoria, avrebbe rischiato di soffocare era stata diffusa dal Comitato Elba Salute sia sui social che con una nota alla stampa locale.

Elba Salute sosteneva che per miracolo la bambina si sarebbe salvata perché in quel momento, secondo il Comitato, all'ospedale elbano sarebbe stato presente un solo anestesista invece dei due previsti e questo era impegnato in sala operatoria. Il Comitato poi chiedeva una inchiesta interna per verificare la situazione e parlava di una "cattiva gestione delle risorse umane".

Alla ricostruzioni diffuse dal Comitato Elba Salute però oggi si aggiunge il punto di vista dell'Asl Toscana nord ovest che sottolinea come la rete di assistenza sanitaria relativa a questo caso sia stata adeguata.

" La piccola paziente di due anni arrivata al pronto soccorso di Portoferraio - afferma l'Asl - mercoledì scorso, 9 gennaio, ha ricevuto una assistenza adeguata ed efficace come ha confermato anche la famiglia della bambina. A dimostrazione, ancora una volta, di come l’ospedale e, più in generale, la rete di assistenza sanitaria presente all’Isola d’Elba offrano garanzia di sicurezza".

"Nel caso specifico - spiega l'Asl - già prima di arrivare in ospedale il medico del servizio 118 aveva praticato le manovre disostruttive necessarie trasformando un’ostruzione pressoché totale e quindi mortale in una parziale, così da mettere in relativa sicurezza la paziente arrivata in ambulanza. Al pronto soccorso la piccola si presentava così cosciente, con respiro autonomo e senza immediato pericolo di vita".

"Le persistenti difficoltà respiratorie - prosegue l'Asl - hanno spinto alla richiesta di ulteriori accertamenti e ad allertare contestualmente, come da procedure, l’anestesista e il pediatra. Quest’ultimo ha contribuito con il medico del pronto soccorso alla rivalutazione della bambina, mentre l’anestesista, regolarmente presente in ospedale, ha richiesto l’invio della paziente in sala operatoria per la sua osservazione con esame fibroscopico ed ulteriore intervento per la rimozione definitiva del corpo estraneo".

"Durante il tragitto - spiega l'Asl -  tra pronto soccorso e blocco operatorio la piccola paziente, sempre assistita dal medico del pronto soccorso, dalla pediatra e dall’infermiera, ha espulso il corpo estraneo risolvendo senza bisogno di ulteriori azioni la problematica".

"Pur comprendendo la concitazione di quei momenti - conclude l'Asl - vissuta dalle persone presenti emerge dalla ricostruzione, come detto, un quadro di adeguatezza ed efficacia".


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