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Attualità sabato 16 dicembre 2017 ore 13:05

​Moby aumenta la sua partecipazione su Piombino

Il porto di Piombino

Il gruppo di Onorato ha acquisito il 33% di Tuscany Terminal. Il bilancio torna all’utile nei primi nove mesi dell’anno ma calante rispetto al 2016



PORTOFERRAIO — Le manovre che  Moby sta mettendo in atto per presidiare i porti toscani hanno recentemente registrato un’altra mossa.

Il gruppo della famiglia Onorato, infatti - si legge sul sito specializzato Ship2Shore.it - ha appena acquisito il 33,3% di Tuscany Terminal, affiancando gli altri due azionisti paritetici (l’agenzia marittima Miele e la Compagnia Portuali) e implicitamente spiegando la partecipazione di Porto Livorno 2000 all’iniziativa organizzata poco più di un mese fa dalla società di Piombino insieme al Comune per presentare la stagione crocieristica dello scalo.

Secondo la stampa i settore, una prova concreta – oltre al prezzo pagato: 100mila euro per un terzo di una società che nel 2016 ne ha fatturati 90mila perdendone più di 17mila – di una strategia di conquista di prospettiva ben più ampia di quanto i numeri lascerebbero trasparire, dato che Moby, storicamente protagonista a Piombino direttamente e con la controllata Toremar, è in attesa dell’aggiudicazione definitiva della gara vinta ad aprile per l’acquisizione del controllo (66%) del terminalista passeggeri.

E che Tuscany Terminal nel 2016, dopo l’uscita dall’azionariato dell’agenzia marittima Cambiaso Risso, ha cambiato core business, ottenendo dall’allora Autorità Portuale piombinese (presieduta da Luciano Guerrieri, fresco di nomina al vertice proprio di Porto Livorno 2000) un’autorizzazione articolo 16 e la concessione quadriennale ex articolo 18 della banchina Gaetano Pecoraro di Piombino, dove sono in via di realizzazione due nuovi accosti per i passeggeri.

Gli investimenti terminalistici (oltre a Porto 2000 sempre a Livorno LTM e in Sicilia Catania Port Service) sono una delle principali caratteristiche del 2017 di Moby, come ricordato anche nella documentazione presentata oggi alla Borsa del Lussemburgo, presso cui è quotato il bond emesso nell’inverno 2016, per presentare i risultati dei primi nove mesi dell’anno.

Il miglioramento rispetto all’ultima trimestrale è netto, anche se i primi tre trimestri del 2017 sono meno soddisfacenti del medesimo periodo del 2016: il fatturato del gruppo è cresciuto da 448 a 476 milioni di euro (decisivo l’apporto, +6,3%, della divisione ferry, grazie all’incremento da 4,97 milioni a 5,64 milioni nei metri lineari trasportati e malgrado il calo dei passeggeri da 5,74 a 5,51 milioni), ma l’utile è sceso da 49,3 a 31 milioni di euro e l’Ebitda è passato da 129,4 a 114,8 milioni di euro.

A pesare in particolar modo l’incremento nella rilevanza delle spese per il fuel (da 17,4% a 23,4% del fatturato) e, riferiscono i report, l’avvio nel 2017 di tre nuove iniziative (la linea Nizza-Bastia, i servizi di St. Peter Line nel Baltico e il collegamento cargo per Malta). Queste nuove attività avrebbero impattato negativamente per 16-16,5 milioni di euro sull’Ebitda, che, secondo i manager, “raggiungerà il livello di break even nel 2018-2019”, seppur nessun cenno diretto è stato espresso quanto alla possibilità di rispettare a fine esercizio i covenant (a fine settembre il rapporto fra indebitamento netto ed Ebitda ha superato il valore fatidico di 4) del prestito ed evitare rifinanziamenti o rinegoziazioni.

Particolarmente forte nei primi nove mesi la variazione nel cash flow complessivo, che passa dal +127,4 milioni di fine settembre 2016 al -4,8 di un anno dopo, mentre l’indebitamento netto (510,6 milioni di euro) è superiore a quello di un anno prima (460,5 milioni) ma in linea con quello di fine 2016 (507,8 milioni di euro). Nessuna novità, riporta infine la documentazione, sulle procedure antitrust avviate dalla DG Competition in merito alle sovvenzioni riconosciute alle società del gruppo CIN e Toremar (e causa della sospensione delle rate di pagamento dell’ex compagnia pubblica Tirrenia), e dal Garante della Concorrenza per un presunto abuso di posizione dominante in Sardegna.

Il gruppo, infine, ha annunciato oggi di aver nominato il nuovo Chief Financial Officer, in sostituzione di Marco Bariletti dimessosi a settembre. Si tratta di Francesco Greggio, da 5 anni in Moby come membro del cda di alcune controllate dopo l’esperienza, iniziata nel 2006, con lo studio tributario RQR & Partners.


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