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Attualità venerdì 28 novembre 2014 ore 08:55

Corruzione in sanità "Maggiori controlli"

A chiederlo al governatore Rossi è il consigliere regionale Lazzeri (PT) mentre Mugnai (FI) chiede l'obbligo per i pediatri di fare le visite a casa



FIRENZE — Dopo gli scenari di corruzione emersi in seguito alle inchieste giudiziarie che nelle ultime settimane hanno travolto alcuni rappresentanti della sanità toscana, il consigliere regionale Gian Luca Lazzeri del gruppo Più Toscana ha presentato un ordine del giorno per chiedere al presidente della Regione Enrico Rossi di assumere tutte quelle iniziative sul piano organizzativo e strutturale che rendano ancora piu' efficace l'azione ad oggi svolta dai responsabili per la prevenzione della corruzione, trasparenza e integrita'. 

"Questo eventualmente anche attribuendo specifiche funzioni di controllo a soggetti che, facendo parte del sistema sanitario, risultino comunque terzi nei confronti delle strutture ospedaliere - precisa Lazzeri - Ora che il fragore delle intercettazioni telefoniche si attenua e' importante che la politica prenda iniziative sistemiche sul terreno della moralita' e della prevenzione alla corruzione". 

Punta invece a creare un sanità più vicina ai bisogni dei toscani, a partire dai bambini, l'interrogazione presentata dal vicepresidente della Commissione consiliare sanità Stefano Mugnai per rilanciare l’annosa questione dell’indisponibilità della maggior parte dei pediatri di base a recarsi in visita domiciliare, anche in presenza di febbre alta e patologie di tutto riguardo.

"L’accordo regionale sulla pediatria di famiglia prevede effettivamente l’istituto della vista domiciliare qualora ritenuta necessaria da parte del pediatra in base alle condizioni cliniche del bambino che non ne consentano la trasferibilità - spiega Mugnai - Sostanzialmente non sussistono obblighi e si lascia ai pediatri la facoltà di decidere caso per caso". "Peccato che decidano quasi sempre di invitare i genitori a portare il bimbo malato direttamente all’ambulatorio nelle ore d’apertura - sottolinea Mugnai - E il genitore non sempre ci sta a trasportare in ambulatorio il bambino ammalato per non farlo incorrere in ulteriori rischi. I genitori possono anche essere impediti dal loro lavoro e gli eventuali nonni non sempre possono essere idonei al trasporto in auto del nipotino. Se il trasporto avviene, si preferisce partire immediatamente alla volta del pronto soccorso dell’ospedale che, spesso, si trova in difficoltà per i numerosi arrivi».

«C’è bisogno che il sistema sanitario pubblico sia più vicino alle esigenze di assistenza e cura delle fasce più deboli, come i bambini - sottolinea Mugnai - Per questi chiediamo alla Regione di introdurre nello specifico contratto di lavoro dei pediatri idonee modifiche che prevedano anche l’obbligo di visite domiciliari in determinate fasce orarie giornaliere, nella stessa maniera che effettuano i medici di base degli adulti. Inoltre, occorre formulare specifiche linee guida per le Aziende sanitarie affinché integrino le convenzioni con i medici pediatri secondo criteri di maggior contiguità tra l’attività sanitaria e le esigenze dei pazienti più piccoli, effettuando anche periodici controlli".


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