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Cronaca martedì 22 marzo 2016 ore 11:47

Bruxelles, stanno bene i dipendenti della Regione

I sei lavoratori toscani e uno stagista sono in salvo. A chi era a lavoro è stato chiesto di non uscire e di rimanere nel palazzo di piazza Schumann



BRUXELLES — La rassicurazione arriva dalla Regione. Nel momento degli attacchi bomba si trovavano negli uffici nel quartiere comunitario il dirigente, una dipendente e lo stagista. 

Agli altri che stavano andando a lavoro è stato chiesto di tornare a casa.

“Abbiamo contattato i dipendenti della Regione a Bruxelles. Stanno bene, voglio che sentano la vicinanza della Toscana. La situazione rimane grave, la seguiamo con grande apprensione” ha commentato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, che ha sentito anche il console onorario del Belgio a Firenze, Carlo Nardi.

“Ancora una pagina di sangue e dolore – ha detto ancora Giani – Gli attentati che si sono consumati questa mattina a Bruxelles ci fanno piombare di nuovo nell’incubo vissuto pochi mesi fa a Parigi. Una spirale di sangue che sembra non fermarsi e inghiottisce vite di lavoratori, studenti, turisti, uomini, donne e bambini innocenti. Il mio pensiero va prima di tutto alle vittime e alle loro famiglie. Ai dipendenti della Regione Toscana a Bruxelles il mio incoraggiamento in questo momento così difficile che si trovano a vivere”. 

Anche il presidente della giunta regionale Enrico Rossi è intervenuto sulla strage.

 "A ‪Bruxelles‬ - ha scritto sul suo profilo Facebook - si conduce una guerra quartiere per quartiere. Il califfato e il terrorismo islamista rivelano la loro natura extraterritoriale. L'odio alberga nel cuore dei terroristi. Aeroporti e metropolitane prese d'assalto: un copione già visto".

"Dopo Parigi – prosegue Rossi - avevamo detto che il nostro stile di vita, le nostre libertà di movimento erano minacciate. Questo è vero. Ma l'impressione è che le cellule terroristiche riescano a sottrarsi all'ordine pubblico nonostante la nostra prevenzione. Questo è un sintomo di debolezza del nostro sistema di sicurezza che va ammodernato, consentendo quello che non è accaduto nei mesi scorsi: lo scambio di informazioni e la creazione di un'intelligence comunitaria, di una polizia comune".


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