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Attualità venerdì 25 settembre 2015 ore 10:37

"Basta sprechi in sanità, ma no alle sanzioni"

Stefania Saccardi, assessore regionale alla salute, ha sottolineato come la Regione sia in linea con il ddl che vuole ridurre gli esami inutili



FIRENZE — Il decreto ministeriale è un documento che è già discusso con le amministrazioni locali ma saranno le Regioni ad affrontare il tema sanzioni per i medici che richiedono per i pazienti prestazioni non appropriate.

"Come Regione Toscana stavamo già lavorando da tempo sul tema dell'appropriatezza. C'era un lavoro molto avanzato del consiglio sanitario regionale proprio sul tema di alcune prestazioni diagnostiche. Quindi, direi che l'idea del governo, che comunque dovrà passare dalla conferenza delle Regioni, vada perfettamente in linea con quello che noi stavamo già facendo". 

Lo ha detto l'assessore toscano al diritto alla salute Stefania Saccardi, parlando con i giornalisti sul decreto per l'appropriatezza prescrittiva. Secondo Saccardi comunque "è un tema sicuramente delicato, forse qualcosa deve essere rivisto". 

L'assessore si è detta infatti "non molto d'accordo sulla parte sanzionatoria collegata a questo aspetto" dell'appropriatezza delle prescrizioni: "Io la collegherei di più a un aspetto premiante legato all'indennità di risultato piuttosto che ad una sanzione da applicare nel caso nel quale non si rispettino le indicazioni. Però sicuramente è un tema sul quale bisogna riflettere". "Diciamo che la direzione del Governo - ha concluso - per quello che ci riguarda è condivisibile ed è anche giusto che non si faccia ogni Regione per conto proprio, ma che ci siano delle linee guida a livello nazionale".

L'assessore regionale ha anche sottolineato durante il suo intervento che non è stato il ministro a decidere quali prestazioni erano inappropriate, ma un gruppo di medici. "Come in Toscana - ha detto Saccardi - è deciso dal Consiglio sanitario, che è composto da medici, allo stesso modo a livello nazionale l'hanno deciso i medici quali sono gli esami inappropriati. Quindi, non è una scelta politica ma è la stessa scienza medica che determina delle linee guida". "Questo consente a ciascun professionista nella propria libertà di prescrizione e di diagnosi - ha aggiunto - anche di discostarsi dalle linee guida, e chiede solo di motivarlo".


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