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Attualità sabato 14 luglio 2018 ore 15:55

"Aiutateci a sbloccare la casa della 'ndrangheta"

Sara D'Ambrosio

Lettera della sindaca D'Ambrosio al ministro Salvini e al governatore Rossi. "Sbloccare i fondi per recuperare la palazzina confiscata nel 2003.



ALTOPASCIO — E' dal 2003 che la palazzina al centro dell'appello della sindaca di Altopascio Sara D'Ambrosio è stata confiscata alla 'ndrangheta. Eppure ancora i soldi per recuperarla e destinarla ad altro uso non ci sono. Per questo la sindaca di Altopascio Sara D'Ambrosio ha deciso di scrivere al ministro dell'Interno Matteo Salvini, che nelle scorse settimane ha fatto visita proprio a una tenuta confiscata alla criminalità organizzata in Toscana, e al presidente della Regione Enrico Rossi  per chiedere di "sbloccare i fondi per i beni confiscati e aiutare l'amministrazione comunale nell'opera di ristrutturazione e restituzione alla comunità dell'immobile, così da poterlo destinare a finalità sociali". 

E da un paio d'anni, scrive ancora Sara D'Ambrosio, "che ho iniziato a bussare a tutte le porte possibili per sbloccare questa situazione. Così abbiamo deciso di scrivere al ministro dell'interno e al presidente della Regione, per chiedere loro un aiuto concreto: il Comune da solo non può farcela, ci vogliono troppi soldi". 

Negli anni successivi alla confisca, spiega ancora la sindaca, dentro la casa continuò a viverci il figlio del boss condannato, Antonino Lombardo e anche se il Comune di Altopascio ne risulta proprietario, continua D'Ambrosio, "le amministrazioni comunali precedenti alla mia avevano ritenuto di poter accordare un canone mensile di affitto, regolarmente riscosso dal Comune e rinnovato fino al 2010, al figlio del capo clan condannato". 

Il problema è che "quando l'amministrazione tornò in possesso del bene, questo è stato trovato gravemente danneggiato, con consistenti demolizioni interne. E così si presenta ancora oggi". Da qui la richiesta di aiuto per permettere l'utilizzo della palazzina anche in altri modo, come ad esempio "appartamenti per i militari della stazione dei carabinieri, appartamenti di edilizia residenziale pubblica, oppure struttura dedicata alle donne vittime di violenza".


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