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Attualità lunedì 19 ottobre 2015 ore 21:00

"Al Forteto troppe e strane connivenze"

Lo ha detto il consigliere regionale Alberti (Lega), membro della commissione d'inchiesta che sta incontrando giudici, assistenti sociali e politici



FIRENZE — Nel corso di una lunga seduta di audizioni a palazzo Panciatichi, la commissione d’inchiesta sulle responsabilità politiche ed istituzionali nella vicenda Forteto, presieduta da Paolo Bambagioni (Pd) ha ascoltato l’onorevole Carlo Casini, Francesca Ceroni, già giudice presso il Tribunale minorile di Firenze, l’avvocato Elena Zazzeri, l’assistente sociale Simona Ceccherini e l’ex sindaco di Vicchio, Alessandro Bolognesi. 

Le domande dei membri della commissione si sono concentrate sul clima culturale nel quale si mosse l’allora magistrato Casini, su,le procedure di affido del Tribunale dei minori, sui rapporti con la comunità del Forteto e le sue figure di spicco, sulle sentenze passate in giudicato.

“Alcuni elementi sono emersi con chiarezza nella lunga e intensa seduta - ha dichiarato dichiara il presidente della commissione Paolo Bambagioni - Due  aspetti mi hanno colpito soprattutto: una scarsa disposizione a ricordare con precisione elementi e circostanze di propria competenza, rimandando continuamente agli atti. Mi riferisco in particolare alla giudice Francesca Ceroni che alle nostre domande ha fornito risposte vaghe. Ha comunque riferito che sopralluoghi venivano effettuati, che mai era stato rilevato niente di sospetto e che le relazioni dei servizi territoriali confermavano per il Forteto un quadro molto positivo”. 

"Il secondo elemento è stato fornito dall’assistente sociale Ceccherini, che ha riferito di aver cercato Goffredi in avvio di una procedura di affido di minori, in quanto referente della comunità del Forteto e per il suo ruolo nel centro affidi del territorio, che però non è mai entrato in funzione - ha proseguito Bambagioni - Elementi sorprendenti in un quadro nel quale si vanno sempre più delineando le carenze di sistema, per le quali ciascuno rimaneva confinato nell’ambito ristretto delle proprie competenze e nessuno aveva una visione complessiva della realtà. A precisa domanda, nessuno fa riferimento a legami o ingerenze di livello politico. E nessuno si sente di dover chiedere scusa”. Elementi tanto più preoccupanti, “perché ci fanno pensare che la riproduzione di certi meccanismi potrebbe portare al ripetersi di simili vicende”.

“Vi sono gravissime responsabilità da parte del Tribunale dei minori di Firenze che ha, colpevolmente, agevolato una situazione assolutamente censurabile che si perpetrava da tempo presso l’azienda il Forteto - ha scritto in una nota Jacopo Alberti, consigliere regionale e membro della seconda commissione d’inchiesta del Consiglio regionale sulla comunità di Vicchio del Migello - Sono sconcertanti le dichiarazioni odierne di magistrati che, invece, di far rispettare le leggi, diventavano inevitabilmente complici e partecipi di una vicenda che ha colpito fortemente l’opinione pubblica”. 

“Sembra prevalere l’idea ‘tutti colpevoli nessun colpevole - ha commentato il vicepresidente segretario Andrea Quartini (Movimento 5 stelle) richiamando la posizione espressa dall’ex sindaco di Vicchio, “per il quale sono ben 139 i soggetti istituzionali e non che si sono negli anni interessati del Forteto e che lo portano a sentirsi il numero 140 in un catena di eventuali manchevolezze”. "Un atteggiamento mentale che - secondo Quartini- sfocia quasi in una sorta di reticenza e tende a trascinare nello stesso fango anche chi ha cercato di prendere la direzione contraria, come l’ex responsabile dell’Unità funzionale per la Salute mentale di infanzia e adolescenza della Asl 10 per la zona Mugello, Marino Marunti, oggi chiamato più volte in causa”.


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